di Emanuele Scarci
Apre a Verona l’ultimo mega store Eataly del guru Oscar Farinetti. Dopo 10
anni di interventi sull’ex Stazione frigorifera di via Santa Teresa, i lavori
sono terminati ed è stato inaugurato uno spazio di 10 mila mq., con focus sulle
eccellenze del
territorio, ma anche tanto spazio dedicato all’arte con mostre di fotografia,
opere di pittura e installazioni.
L’area mercato comprende i prodotti artigianali veneti, i salumi della norceria
regionale con i formaggi, la carne scelta, il pesce fresco (anche di lago) e
oltre 2.500 etichette di vini.
Collateralmente un ricco cartellone
di eventi didattici e culturali: corsi di cucina dedicati alle eccellenze del
territorio, masterclass con i produttori locali, talk con gli artisti,
aperitivi musicali.
“Una realtà
unica grazie al recupero incredibile di questo posto meraviglioso”, ha detto all’inaugurazione
il fondatore di Eataly, Oscar Farinetti, che si accompagnava al ministro della
cultura Dario Franceschini e al sindaco Damiano Tommasi. Questi ha sottolineato
che è “un progetto che ereditiamo da chi c’era prima di noi, bello vedere in
vetrina tante eccellenze locali. Mi auguro che questo Eataly diventi anche
luogo di relazioni capace di generare energia positiva per tutto il territorio”.
Format
d’arte
Eataly di
Verona sorge nei pressi della Fiera, ben lontano del centro città e dal flusso
turistico che assedia la città di Giulietta. “Verona è baricentrica rispetto a
Mestre, Mantova, Bolzano e Brescia - ha detto il visionario Farinetti -.
Speriamo che arrivi gente. Inoltre Verona ha una fiera con 5-6 eventi
mastodontici e noi ci candidiamo a supportarla con un centro congressi, la
ristorazione e l’intrattenimento. Infine, Verona è una grande città d’arte e
questo è il primo Eataly dedicato all’arte. Se il format funzionerà, lo
esporteremo nel mondo”.
L’amministratore
delegato di Eataly, Nicola Farinetti, non ha nascosto le difficoltà del momento
in Italia e in Europa. E ha sostenuto: “Dobbiamo scavallare 6-12-24 mesi, ma il
futuro dell’Italia non può essere che il cibo, l’arte e un paio di altre cose.
Siamo assolutamente convinti di quello che stiamo facendo”.
Nuovo
corso
In realtà da
dicembre la palla passa nei piedi del nuovo amministratore delegato di Eataly,
Andrea Cipolloni, ex Autogrill, designato dal neo azionista di controllo, il
fondo Investindustrial guidato da Carlo Bonomi. Cipolloni ha il compito di
razionalizzare la struttura Eataly, tagliando i rami secchi e rendendo la
società performante.
Negli anni Eataly si è rivelato un progetto straordinario oltre che affermarsi
come il primo grande retailer/ristoratore italiano all’estero. Tuttavia la
struttura è risultata alquanto pesante (a parte il successo di Eataly Usa che
conta su 8 pdv), poi due anni di pandemia hanno probabilmente reso
insostenibili le difficoltà finanziarie della creatura ideata da Farinetti.
Nel 2021
Eataly ha realizzato ricavi per 462 milioni (sotto i 511 del 2019) e
un Ebitda di 14,4 milioni, appena il 3,1% dei ricavi. La perdita
netta è di 31,3 milioni (e perdite di gruppo portate a nuovo per 69
milioni) e un debito finanziario netto di 126 milioni. Lo scorso
gennaio Eataly Real Estate ha ceduto per 60 milioni al
fondo Coima Core Fund I l’ex Teatro Smeraldo, sede del flagship
milanese. Eataly ha sottoscritto un contratto di affitto di 21 anni.
Per prendere il controllo del gruppo, Investindustrial ha sottoscritto un aumento di capitale di 200 milioni di euro che, di fatto, ha cancellato il debito. Ma per sopravvivere Eataly dovrà cambiare. Probabilmente sarà meno bella, ma dovrà camminare sulle sue gambe.