Nel Comitato di Coordinamento dell’OI Pera sono stati diffusi e discussi i risultati scaturiti dall’indagine svolta da CSO Italy, per conto di OI Pera, sulle stime produttive delle pere per la campagna 2019/2020.

Queste previsioni sono calcolate sulla base di un metodo oggettivo, basato sulla conta dei frutti in un campione rappresentativo di aziende distribuito in tutte le principali aree di produzione. I risultati tengono anche conto dell’andamento delle superfici.

L’analisi ha messo in luce un calo della produzione rispetto al 2018 che si attesta sulla mancanza di un terzo della produzione a livello nazionale e prevedibile pertanto su circa 511.000 tonnellate. Tutte le principali varietà sembrano evidenziare una diminuzione rispetto all’anno precedente, più consistente per Conference e Kaiser, più lieve per William B.C., Santa Maria e Max Red Bartlett. Per Abate la flessione sembra registrare -34% a livello nazionale.

Alla riduzione ha concorso, oltre ad alcuni problemi in fase di fioritura e allegagione, problematiche collegate a forte presenza di cimice, alternaria e valsa in diverse varietà e un calo delle superfici in produzione che nella regione Emilia Romagna si attesta sul -3%. Prosegue infatti la diminuzione di superfici per varietà come Conference, Kaiser, Decana, a cui si aggiunge anche una contrazione del potenziale di Abate che in regione vede flettere gli investimenti produttivi del 5%.

«La qualità oggi si presenta molto simile a quella dell’anno passato – dichiara Gianni Amidei, presidente dell’OI Pera – i calibri delle varietà estive potrebbero essere tendenzialmente più contenuti rispetto al 2018, in quanto nonostante il minor numero dei frutti, il grande caldo di giugno e inizio luglio ne ha un po’ ostacolato lo sviluppo. Pezzatura invece in linea con il 2018 per le varietà autunno-invernali, che già in questi giorni beneficiano di temperature più fresche».