Grande distribuzione colpevole di spreco alimentare? Aspiag Service, la concessionaria Despar per il Nordest, non ci sta e precisa, al contrario, che la Gdo “è forse l’attore che, lungo la filiera, controlla maggiormente lo spreco e mette in atto buone pratiche per prevenirlo”.

Nel 2016, grazie all’ormai consolidata collaborazione con Last Minute Market e con Banco Alimentare, il gruppo ha recuperato e rimesso in circolo merce per un valore totale di 5,4 milioni di euro, un record conseguito mediante l’abbinamento di tutte le proprie 224 filiali - insegne Despar, Eurospar e Interspar, in Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige - con almeno un’associazione di riferimento che, con cadenza regolare, ritira e redistribuisce la merce perfettamente commestibile ritirata dagli scaffali perché, per diverse ragioni, non può più essere venduta.

“La lotta allo spreco è parte integrante della nostra responsabilità sociale d’impresa: i nostri primi progetti di recupero delle eccedenze risalgono al 2003 - racconta Paul Klotz, amministratore delegato -. Nel frattempo ci siamo attivati anche sul fronte dell’educazione alimentare, in particolare con il progetto didattico ‘Le Buone Abitudini’, che in 10 anni ha coinvolto oltre 1.500 insegnanti e 40.000 bambini. Promuovere un’etica della tavola è una battaglia centrale per favorire una svolta culturale sui temi dell’alimentazione e della salute, restituendo il giusto valore al cibo”.

Dal 2016, inoltre, l’azienda ha ulteriormente intensificato la collaborazione con Fondazione Banco Alimentare e Last Minute Market, organizzando anche una serie di incontri informativi per i volontari delle oltre 200 Onlus assistite, con l’obiettivo di illustrare i rivolti legislativi della cessione merce (in particolare alla luce della nuova legge antispreco entrata in vigore lo scorso settembre) e gli aspetti igienico-sanitari connessi con l’attività di donazione, raccolta e redistribuzione del cibo.

Secondo i dati diffusi dall’ultimo Osservatorio nazionale Waste Watcher di Last Minute Market/Swg lo spreco annuale di cibo in Italia, pure in miglioramento, resta un’enorme ferita aperta, con quei 16 miliardi di euro - 1% del Pil – che finiscono in pattumiera.