Se il made in Italy alimentare è stato , anche oltre confine, uno dei grandi protagonisti delle recenti festività, rimane pur sempre il lato oscuro dei prodotti imitativi. L’italian sounding rappresenta, anzi, un fenomeno sempre più diffuso, il cui impatto è spesso sottostimato: il volume d’affari è pari a 54 miliardi di euro (di cui 24 nell’Area del Nord e Centro America), più della metà dell’intero fatturato della nostra industria alimentare (132 miliardi di euro).

I dati scaturiscono a latere dell’analisi realizzata in Usa, Canada e Messico, da Assocamerestero, in collaborazione con le 9 Ccie di Montreal, Toronto, Vancouver, Chicago, Houston, Los Angeles, Miami, New York, Città del Messico. Da precisare che lo studio rientra nell’ambito del progetto di ‘Valorizzazione e promozione del prodotto agroalimentare italiano autentico’, promosso e finanziato dal Mise, all’interno della ‘Campagna di promozione del cibo 100% made in Italy’.

Risultano evidenti, per i prodotti sounding, le riduzioni di prezzo elevate, che raggiungono punte del -80% rispetto all’originale. I latticini sono i più interessati dal fenomeno, a causa anche della difficoltà di reperimento del prodotto autentico. Gli abbattimenti oscillano, su una piazza molto rappresentativa come Chicago, dal -13% della fontina, al -38 del “parmesan”, al -50 del mascarpone, al -48 dell’Asiago. In alcune catene distributive si raggiungono, addirittura, picchi del -75 per il provolone, -68 per il gorgonzola, -80 per fontina e pecorino (piazza di Los Angeles).

“Il giro d’affari dell’italian sounding ci dice che nel mondo esiste una forte domanda di Italia ancora da intercettare - ha affermato Gian Domenico Auricchio, presidente di Assocamerestero -. Siamo convinti che il danno possa essere arginato solo attraverso la diffusione della cultura e dell’educazione al consumo dei prodotti 100% made in Italy e lavorando sulle alleanze che le Ccie sono in grado di stabilire con le comunità locali”.

Per questo le 9 Camere – le nordamericane e la consorella messicana - hanno messo in campo molteplici iniziative: 16 attività di formazione con il coinvolgimento di 600 operatori tra chef, nutrizionisti, addetti alle vendite, stampa specializzata; oltre 35 eventi promozionali come degustazioni guidate, workshop, roadshow… E’ nato anche un database di 700 influencer, ambasciatori del consumo dell’agroalimentare autentico italiano, di cui il 34% appartenente al mondo del commercio.