Lo studio BrandZ Top 75 Most Valuable Global Retail Brands, di Wpp e Kantar – 51 Paesi analizzati tramite le riposte dei consumatori - mostra una crescita del 12% nell’ultimo anno e tocca un valore di 1.500 miliardi di dollari.

Le notizie positive non mancano, visto che il retail sta avendo, nell’economia globale, interessanti modifiche per venire incontro al nuovo consumatore, figlio anche dell’emergenza sanitaria e di una sommatoria fra i cambiamenti strutturali e le restrizioni commerciali già in atto.

I dati delle crisi recenti, presenti nel database globale, indicano che le marche con equity più forte si sono riprese molto più velocemente dopo la recessione del 2008.

L’Italia schiera Gucci, come primo nome nazionale, 12° mondiale, e Prada, al posto 63 della graduatoria, nella quale peraltro spiccano nomi presenti in forze anche sul nostro mercato. Parliamo di Amazon (vincitrice mondiale), McDonalds (terzo), Luis Vuitton (5°), Nike, Starbucks, Hermes, Chanel, Zara e Ikea, Kfc, Dominos, Aldi (primo nella Gdo europea e 17° in assoluto), Lidl (alla 24ma posizione), Carrefour (38°), H&M, Zalando e ovviamente, molti altri grandi nomi, specie, del lusso e della moda: Adidas, Cartier, Rolex, Dior…

“La crisi del Covid sottolinea il ruolo essenziale che gioca il retail sia nella nostra vita quotidiana che nell’economia globale – spiega David Roth, presidente di Brandz -. Stiamo assistendo a esempi eroici di aziende retail che si attivano per rispondere alle esigenze dei consumatori, continuando a svolgere la propria funzione nonostante le restrizioni. Il report evidenzia i marchi che, avendo investito nel tempo per costruire sul proprio valore, sono maggiormente in grado di resistere allo shock. Ventidue anni di analisi dei dati di BrandZ confermano che le marche più forti contribuiscono alla resilienza delle relative aziende nei momenti di maggiore turbolenza”.

L’analisi di quest’anno mette in luce le azioni che retailer più agili e innovativi stanno attivando per fare la differenza nella vita delle persone, confinate ancora in casa e obbligate a cambiare le proprie abitudini. L’esperienza pregressa e i dati raccolti, segnalano che le marche che mantengono visibilità. con rilevanza e sensibilità nella crisi, sono quelle che saranno meglio posizionate per una ripresa più veloce.

I retailer migliori stanno anche resistendo alla tentazione di tagliare gli investimenti in pubblicità, capitalizzando sulla lezione della Cina, dove gli operatori che hanno scelto il silenzio, stanno ora faticando a riconnettersi con i consumatori, i quali optano per quei marchi che hanno dimostrato attivamente il proprio supporto.

Puntualizza Federico Capeci, ceo Italy, Greece & Israel di Kantar: “Il valore di un brand non è solo determinato dalla performance finanziaria, ma anche dalla reputazione. Il modo in cui i distributori si comportano oggi, in termini di supporto agli individui durante la crisi, così come il modo in cui si occupano dei loro dipendenti e in cui seguono le norme sanitarie previste dai governi per la sicurezza nel luogo di lavoro, saranno importanti per la sopravvivenza”.

Da ricordare che il nuovo Retail ranking Top 75, lanciato con un meeting virtuale, avrebbe dovuto essere fra gli eventi del World Retail Congress 2020 (WRC), originariamente previsto a Roma il 28 aprile e ora posticipato al 28-30 ottobre.

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