Non c’è sosta al sovrapporsi di dettami fra enti locali e Presidenza del consiglio in materia di commercio. Alle regole dettate da Regione Lombardia e Toscana, che, per esempio bloccano le cartolerie, contrariamente da quanto disposto il 10 aprile dal premier, Giuseppe Conte, si aggiunge ora la Regione Campania, che ha apportato modifiche molto rilevanti a tutto quanto avrebbe dovuto essere riaperto in base all’ultimo Dpcm, valevole fino al 3 maggio.

L’ordinanza regionale numero 32, di sabato 12 aprile, stabilisce infatti quanto segue: “Il commercio al dettaglio di articoli di carta, cartone, articoli di cartoleria e libri è sospeso, a eccezione di quello già esercitato nelle edicole, negli ipermercati e nei supermercati, nelle tabaccherie, nonché dalla grande distribuzione multimediale e via internet. Il commercio al dettaglio di vestiti per bambini e neonati è consentito nelle mattinate del martedì e del venerdì con orario 8,00-14,00. Nella settimana del 1° maggio 2020, l’apertura è consentita nelle mattinate del martedì e del giovedì, secondo l’orario sopra indicato”.

Il Dpcm del 10 aprile, al contrario aveva disposto, da oggi, 14 aprile, senza particolari vincoli, la riapertura sul territorio nazionale di cartolerie, librerie, negozi di articoli per bambini e neonati.

A tutto questo si somma la spesa, per così dire, tabellare. Alcuni sindaci, come, quelli di Bollate, Cologno Monzese, Rozzano, Cesano Boscone, tutti nella cintura milanese, e probabilmente altri, hanno disposto che l’accesso ai supermercati avvenga solo in certi giorni e in certe fasce orarie in base all'iniziale del cognome. A Solaro (Monza Brianza) invece gli acquisti sono regolati a seconda della data di nascita.

Il concetto di fondo è naturalmente positivo e cautelativo per la salute pubblica, anche considerando la migliore conoscenza che le amministrazioni periferiche hanno della situazione epidemiologica dei propri territori: evitare che troppe persone circolino e favorire spese più diradate e abbondanti. Ma resta barocca, per il consumatore e la distribuzione, la continua e ripetuta mancanza di coerenza fra quanto permesso dal potere centrale e dalle amministrazioni locali.

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