“Alleviamo la salute”, la campagna Coop partita nel 2017 e volta a contrastare l’antibiotico resistenza negli allevamenti animali raggiunge un primo traguardo e festeggia, in un incontro a Lodi, 39 fornitori di carne in rappresentanza di circa 1000 allevamenti, capaci di generare un fatturato di 10 miliardi di euro. Sono gli stessi sui quali il leader della Gdo ha investito riconoscendo, per gli adeguamenti agli standard richiesti, circa 20 milioni di euro.

Obiettivo: il miglioramento del benessere animale, la conseguente riduzione fino all’azzeramento degli antibiotici, con un effetto molto positivo sulla salute umana.
Il tutto mentre arrivano segnali incoraggianti dal mercato italiano della carne: i primi 8 mesi del 2018 registrano un +1,8% dopo anni di crisi.

“Siamo convinti di avere intrapreso una campagna coerente con i nostri valori e molto apprezzata. I clienti stanno sempre più chiedendo che gli animali siano allevati rispettando i requisiti di benessere - spiega Marco Pedroni, presidente di Coop Italia -. In generale il trend della carne è migliorato sia nel mercato, sia in Coop. In particolare, nei punti vendita dove il prodotto è stato valorizzato, la domanda cresce a valore di un punto in più rispetto alla media nazionale”.

I dati di incidenza della campagna sulle vendite della carne Coop sono alti: dal massimo raggiunto nella filiera del bovino adulto dove il 90% è allevato senza uso di antibiotici negli ultimi 4 mesi, al 75% del pollo (senza uso di antibiotici), al 25% del suino (senza uso di antibiotici negli ultimi 4 mesi), la filiera più complessa, partita da pochi mesi. In totale, sommando anche le uova e i salumi, parliamo di oltre 1.000 referenze, tra libero servizio e banchi assistiti.

Coop ha ottenuto, dai 1.700 allevamenti e macelli coinvolti, che siano installare telecamere interne - prassi comune in altri Paesi, come la Francia -, per essere certi che agli animali vengano assicurate le migliori condizioni possibili.