Equilibrio, varietà e moderazione, all’insegna della tradizione italiana e della dieta mediterranea, con un occhio alla migliore ricerca scientifica e uno alla sostenibilità: questi gli “ingredienti” dell’Edizione 2018 delle Linee guida per una sana alimentazione italiana, realizzata dal Crea e presentate al Mipaaft.

Se i 13 capisaldi in larga parte quelli del 2003, ancora scientificamente validi, ci sono 3 rilevanti novità, segno dei tempi che cambiano: “più frutta e verdura”, in considerazione della loro importanza nel quadro di un’alimentazione bilanciata e nella promozione della salute; “sostenibilità delle diete”, relativa all’impatto ambientale e all’accessibilità socioeconomica di una dieta sana e, infine, “attenzione alle diete e all’uso degli integratori senza basi scientifiche”, principio dedicato a guidare il consumatore nella giungla delle diete alla moda e fai da te, mettendo in evidenza le ragioni della loro nascita, l’efficacia per il dimagrimento e, soprattutto, le controindicazioni.

Inoltre sono stati compilati per la prima volta piani dietetici, anche ipocalorici, che includono alimenti provenienti da tutti i gruppi alimentari, utilizzando come riferimento le “porzioni standard italiane”, fondamentali per costruirsi un’alimentazione equilibrata.

Si tratta, per l’Italia, delle uniche indicazioni istituzionali per un’alimentazione equilibrata dirette alla popolazione sana, autorevoli e libere da condizionamenti, redatte periodicamente, a partire dal 1986 e fino al 2003, dal Crea alimenti e nutrizione (allora Istituto nazionale della nutrizione e poi Inran), che hanno raggiunto ogni volta milioni di persone.

In generale, l’edizione 2018 si presenta più corposa rispetto alle precedenti revisioni ed è suffragata da un voluminoso dossier scientifico di riferimento, in cui ogni risultato, ogni conclusione e tutte le raccomandazioni sono state sostanziate e supportate dalla letteratura scientifica pubblicata e criticamente revisionata. Il documento è basato sulle evidenze derivate da studi epidemiologici, clinici e di intervento, sull’analisi delle revisioni sistematiche della letteratura, report di agenzie transnazionali (Efsa, Oms, Fao ecc.) , o di organizzazioni con specifica missione istituzionale in ambito di nutrizione e salute.

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