Parlare di commercio elettronico, multicanalità, cross canalità, punti di vendita del futuro è diventato in questi anni quasi un luogo comune. Ma quali realtà, dai grandi vendor hardware e software, ai dealer e var, contribuiscono al processo di digitalizzazione del retail? E con quali tipi di soluzioni? Quali sono i costi e i benefici? Quali le case history di successo?

Parte dal bisogno di rispondere a queste domande la prima testata italiana, prima in quanto al momento non ne esistono altre e prima, speriamo, per numero e qualità dei lettori, dedicata alle tecnologie per il retail.

Lanciata significativamente in concomitanza di Euroshop 2017, in pieno svolgimento a Düsseldorf, Technoretail.it, edita da Edizioni DM, e dunque sorella di ‘Distribuzione moderna’, trae dalle nostre precedenti e ormai lunghe esperienze nel mondo del commercio una valida base di partenza per approfondire un settore nel quale, secondo il quarto sondaggio condotto da Pwc per conto di Jda softwtare, su oltre 350 amministratori delegati di gruppi distributivi globali online e offline, il 69% dei maggiori retailer mondiali intende aumentare, e molto, gli investimenti. Un’area che tutti i top manager considerano prioritaria e irrinunciabile, in quanto è il consumatore stesso ad esigere l’omnicanalità e punti di vendita molto più evoluti in direzione tecnologica.

Si tratta di un free press, come è nostra tradizione, con aggiornamenti e notizie quotidiane, e con molte sezioni: soluzioni per il punto vendita, supply chain, shopping experience, case history, imprese, eventi, protagonisti. Inutile dire che tour video e videointerviste, oltre a gallerie fotografiche e immagini, costituiranno uno spazio molto importante della testata, come testimonianze e documenti dal vivo di immediata e gradevole comprensione. Non solo: ci saranno sempre sondaggi on line.

Il primo, a cui in un paio di giorni hanno già risposto 168 lettori, pone proprio la domanda che sta alla base di questa nuova avventura giornalistica: “Digital transformation nel retail, secondo voi quanto cresceranno gli investimenti nei prossimi 3 anni?”. Secondo il 45,8% raddoppieranno, mentre il 22,6% prevede addirittura una crescita esponenziale e solo il 13,7% pensa che non aumenteranno affatto.

Ultima ma non meno importante la grafica: sobria, vagamente tecnologica, giocata sul bianco e sull’azzurro, con scelte che, pensiamo, siano coerenti con l’argomento. Insomma abbiamo fatto del nostro meglio, per giunta in un momento in cui il mondo dell’editoria tende a disinvestire. Adesso la parola passa ai lettori.