Comincerà lunedì 12 settembre il percorso che porta all’estero Esselunga? Certo, certissimo…anzi probabile.

Di fatto, come ha riferito per prima “La Repubblica”, si terrà un Consiglio di amministrazione per decidere se affidare alla merchant bank americana Citigroup l’incarico di vagliare le offerte per la quota di controllo.

I nomi dei favoriti girano ormai da mesi e sono quelli dei colossi del private equity internazionale, da Blackstone a Cvc, e di Walmart, interessato da sempre al gruppo di Bernardo Caprotti. È evidente che, nel caso di una vera gara, si dovrebbero in teoria fare avanti gli altri distributori internazionali già operanti in Italia.

Continuando con i condizionali il gruppo dovrebbe avere, secondo le stime, una valorizzazione pari a 6 miliardi di euro, 10 volte il margine operativo lordo, tenuto conto dell’enorme patrimonio immobiliare che, tramite La Villalta Partecipazioni, comprende gli edifici di 83 punti di vendita su un totale di 153.

Esselunga ha chiuso il 2015 con vendite per 7.312 milioni (+4,3%), Mol di 625 milioni, salito di 20 punti, risultato operativo a 431 milioni (+29), utile netto di 290 milioni (+37 per cento).

Il dato davvero eccezionale è però quello della redditività, che Mediobanca valuta intorno ai 16.000 euro al metro quadrato, circa il doppio degli 8.400 stimati dal “Rapporto Coop 2016” per la media dei superstore nazionali.


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