Il Ddl Concorrenza - all’esame della X Commissione del Senato - conta numerosi emendamenti a favore della liberalizzazione dei farmaci di fascia C, misura fortemente contrastata dalle lobby del farmaco e dei farmacisti.

Mentre la discussione parlamentare va avanti, i promotori della petizione “Liberalizziamoci” – Conad, Federazione nazionale parafarmacie italiane e l’associazione consumerista Altroconsumo – annunciano che le firme a oggi raccolte sono 144.511 e che, comunque vadano i lavori della Commissione, l’iniziativa congiunta non si arresterà.

“Se il Governo non saprà cogliere l’opportunità del Ddl Concorrenza – dichiarano i promotori – noi andremo avanti. L’azione delle lobby può solo ritardare le riforme, ma non può arrestare l’assunzione di consapevolezza da parte dei cittadini, che sono anche elettori e sanno riconoscere molto bene chi tutela gli interessi di pochi a svantaggio di molti”.

Indirizzata al Governo – precisamente al presidente Renzi e ai ministri Federica Guidi (Sviluppo economico) e Beatrice Lorenzin (Salute) - la petizione chiede che sia consentita la vendita dei farmaci non mutuabili con ricetta anche nelle parafarmacie, nell’interesse di molti soggetti: dei cittadini, che potranno così beneficiare di un calo dei prezzi; dei farmacisti di parafarmacia, che hanno la stessa abilitazione dei colleghi di farmacia; degli operatori del settore, che dovrebbero poter competere a condizioni eque in un mercato concorrenziale, aperto e dinamico.

Non ultimo, si legge nel testo, “nell’interesse dell’intero Paese, che ha bisogno di crescere, di creare posti di lavoro e di progredire, abbandonando logiche che antepongono l’interesse di pochi ai diritti di molti”. Dall’altro lato della barricata i difensori della vendita in farmacia oppongo argomenti quali la maggiore sicurezza per i pazienti, e la possibilità di scongiurare i possibili abusi nel consumo di medicine.