Pochissimo tempo fa, il 24 maggio, Kagan Sumer, cofondatore e Ceo di Gorillas, annunciando le difficoltà competitive riscontrate su alcuni mercati, aveva detto che l’azienda avrebbe fatto leva soprattutto sulle proprie nazioni chiave - Germania, Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti –, ma che comunque avrebbe studiato tutte le soluzioni possibili per restare anche negli altri Paesi: Italia, Belgio, Spagna e Danimarca.

Ma, evidentemente, non andrà così, come annunciano i sindacati. In una nota diramata sabato, 2 luglio Fit-Cisl scrive che «Gorillas, dopo aver sottoscritto, il 29 aprile scorso, l’accordo per inquadrare i rider con il Ccnl di settore della logistica, trasporto merci e spedizione, ha annunciato che, dal 4 luglio, avvierà le procedure di licenziamento di 540 fra lavoratrici e lavoratori, impiegati attualmente nelle città di Roma, Firenze, Milano, Bergamo e Torino, mettendo in liquidazione la società»

Questo episodio, scrive ancora il sindacato «ripropone il dibattito su come tali piattaforme di food delivery si insedino nel nostro Paese, in assenza di chiare e definite regole che tutelino le lavoratrici e i lavoratori. Siamo certi che il Ministero del Lavoro si interesserà alla vicenda e, pertanto, nei prossimi giorni, chiederemo un incontro ufficiale al Ministro Andrea Orlando per affrontare l’incresciosa questione. Premesso ciò auspichiamo che Gorillas (entrata in Italia appena 13 mesi fa, ndr.) abbia un ravvedimento operoso e il prossimo 4 luglio (oggi), anziché avviare le procedure di licenziamento collettivo - con la messa in liquidazione dell’azienda, che determinerebbe grossi danni al personale impiegato e alle famiglie -, apra un tavolo di contrattazione con il sindacato per esplorare tutte le possibilità alternative, affinché vengano salvaguardati i livelli occupazionali e il reddito delle 540 persone».

Più elegante la soluzione trovata in Belgio, dove la società tedesca, il 24 giugno, ha raggiunto un accordo con la piattaforma locale di online delivery Efarmz, che acquisirà la attività di Gorillas e della controllata Fritchi, continuando a soddisfare le esigenze dei clienti.

L’operazione comunque non è indolore per i rider, visto che 240 persone hanno perso, con la fine di giugno, il proprio impiego.

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