È stata presentata la ricerca Iri per Vinitaly sui primi 10 mesi del 2020: le vendite di vino nella grande distribuzione aumentano, nel 2020, del 6,9% a valore e del 5,3% a volume rispetto all’anno precedente (dati aggiornati all’8 novembre 2020).

La crescita, sospinta dalle vendite eccezionali del trimestre primaverile (lockdown) e dalle chiusure di bar, ristoranti e altri pubblici esercizi, si è tradotta in una buona performance degli spumanti, dei vini doc e in una discreta progressione dei vini da tavola.

Vanno sottolineati gli aumenti della categoria medio/alta con +13,6% nella fascia di prezzo da 7 e 10 euro e dell’8,7% in quella 5-7 euro.

Le bollicine salgono del 10,4%, nonostante il crollo nel mese di aprile.

Crescono, anche il vino comune, del 4,2% a volume, e il vino Mdd, che sviluppa, a valore, un +8,7% nel vino e un +10,8% negli spumanti.

I biologici, ancora di nicchia nella grande distribuzione, mantengono la stessa performance del 2019: +12,5%, a volume.

L’analisi di Iri evidenzia come lo sviluppo del mercato nel canale consumer si realizzi in un contesto di aumento dei prezzi (+1,4%) e di calo delle promozioni (-3%).

L’elemento determinante è stato l’andamento della pandemia, con il corollario del telelavoro. Dopo la stabilizzazione del periodo estivo, le vendite hanno ripreso vigore in coincidenza della seconda ondata: +2,8% in ottobre e +6,7% nelle prime due settimane di novembre.

Cosa rimarrà in futuro? Secondo Virgilio Romano, business insight director di Iri “il 2021 non potrà essere uguale al 2020. Certamente non potrà toccare gli stessi picchi di vendita, ma vedrà anche tanti consumatori, fidelizzati agli acquisti da casa e agli acquisti on line, come pure alle piccole superfici di vendita di prossimità”.