Il nuovo regolamento ‘Novel Food’, reg. Ue 2015/2283, introduce la possibilità di utilizzare anche gli insetti e loro parti nell’alimentazione dei cittadini europei. Gli insetti sono infatti espressamente riconosciuti e citati quali potenziali ingredienti alimentari, nel rispetto delle procedure di valutazione del rischio e autorizzazione stabilite nel regolamento.
Alcuni Stati membri Ue – come Belgio, Olanda, Regno Unito e Finlandia – hanno frattanto autorizzato l’impiego di insetti o loro parti nella produzione di alimenti e mangimi, tenuto anche conto della valutazione positiva – in termini di sostanziale assenza di rischi per la salute umana e degli animali – espressa dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) nel 2015.
Ma gli insetti rappresentano a tutt’oggi in Europa un settore di nicchia, a fronte di consumi sporadici e occasionali segnalati in alcuni soli Paesi membri.
Le specie di insetti con il maggior potenziale di utilizzo in Ue nella produzione di alimenti e mangimi comprendono grilli e bachi da seta, vermi della farina, mosche domestiche.
La Fao ha eseguito valutazioni del rischio sul consumo di vari insetti da parte di esseri umani e animali.
La Commissione europea, a sua volta, sta cofinanziando un progetto di ricerca per esplorare la fattibilità dell’uso di proteine degli insetti nei mangimi.
Ancora l’Efsa, su incarico della Commissione, ha valutato le condizioni necessarie a garantire la sicurezza di una serie di insetti nelle produzioni di alimenti e mangimi. Tenuto conto sia delle condizioni di allevamento degli insetti – con particolare attenzione al substrato organico per il loro nutrimento – sia delle modalità di preparazione e consumo.
Dal punto di vista nutrizionale, secondo l’authority, gli insetti si distinguono per un elevato e talora straordinario contenuto di proteine. Fino al 71%, nei grilli. Un aspetto positivo, che merita tuttavia attenzione in quanto le proteine costituiscono uno dei principali vettori allergizzanti.
Il regolamento sulle produzioni bio, d’altra parte, già nel 2007, aveva inserito gli insetti tra gli animali che possono venire allevati nel rispetto della natura, includendoli nella definizione di “livestock production”.
L’attuale regolamento sui Novel Food effettivamente contempla l’ipotesi di autorizzazione di ‘prodotti a base di insetti’ (incluse le loro farine), insetti tal quali o insetti come ingredienti in nuovi alimenti
In vista della ricerca scientifica e sviluppi tecnologici è opportuno rivedere, chiarire e aggiornare le categorie di cibo che costituiscono nuovi alimenti. Le categorie stesse dovrebbero coprire interi insetti e loro parti.
Rimane da verificare l’eventuale esperienza di consumo alimentare in Europa, prima del 1997, di alcune specie di insetti. Qualora fosse raggiunta prova in tal senso, la loro immissione sul mercato sarebbe piuttosto semplice. Sia pure, previa garanzia del rispetto dei requisiti di sicurezza alimentare e igiene delle produzioni che vigono nell’Ue.
Più verosimilmente, nella gran parte dei casi, la Commissione europea sarà chiamata ad autorizzare l’immissione sul mercato di ‘novel food’ parzialmente o totalmente realizzati a partire da insetti, dopo apposite valutazioni del rischio, con la facoltà di adottare una procedura semplificata a favore di matrici alimentari che siano state consumate per almeno 25 anni in Paesi terzi.
Le esperienze sviluppate in Europa negli ultimi anni mostrano come l’entomofagia sia una realtà in essere, prima ancora che in divenire. Soprattutto in Belgio, Olanda e Danimarca (oltreché in Finlandia e Norvegia). Gli insetti più comunemente utilizzati appartengono a una decina di specie tra cui Tenebrio molitor, grilli, locuste e bachi-vermi (anche della seta).
Le farine di insetti (o parti di insetti) essiccate e tritate sembrano raccogliere il maggiore successo, quali ingredienti inseriti – spesso in quota marginale, bensì utile per il contributo di proteine offerto – in alimenti ordinari, che appartengono alle abitudini di consumo.
I prodotti di destinazione sono barrette per sportivi, snack, pasta e prodotti da forno (anche il pane comune, addizionato di farina di insetti), integratori alimentari. Gli alimenti per sportivi e le delicatessen ammantate d’esotismo hanno avviato un percorso che si è dapprima orientato verso consumatori attenti ad aspetti specifici (di tipo nutrizionale, ambientale o esperienziale). Fino a intercettare il gusto comune, ampliando le prospettive di mercato verso gli alimenti di uso corrente e i canali della distribuzione moderna.
In sostanza solo il tempo potrà mostrarci l’evoluzione dei consumi alimentari nella direzione dell’entomofagia, ed è al momento difficile prevedere cambiamenti radicali. Soprattutto in Paesi come il nostro, dove la cultura alimentare è ancorata alle tradizioni e impassibile alle novità, dalla novelle cuisine alla gastronomia molecolare.
Gli insetti non diverranno probabilmente la fonte primaria di proteine – né lo sono mai stati, in alcuna civiltà che abbia potuto disporre di alternative – e tuttavia alcune loro specie, sotto forma di farine soprattutto, potrebbero entrare progressivamente a far parte della nostra dieta. All’insegna della nutrizione e della sostenibilità delle produzioni, in termini di impronta idrica e ambientale.
Chissà anzi se i nostri figli e nipoti un tempo scherzeranno sulle perplessità degli anni che furono, verso ciò che tra non molto potrebbe risultare del tutto scontato, oltreché innocuo.


Dario Dongo, avvocato e giornalista

PhD in diritto alimentare internazionale,

fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) e cofondatore del Fatto Alimentare.

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