Piena e doverosa attenzione all'emergenza sanitaria Covid-19, ma il divieto d’apertura per cartolerie e cartolibrerie con l’ordinanza di Regione Lombardia dell’11 aprile - mentre nel resto d’Italia (Toscana a parte, ndr.), in base al decreto governativo del 10 aprile, ciò non avverrà – conferma, purtroppo, una vistosa situazione di distorsione della concorrenza con i prodotti di cartolibreria acquistabili in ipermercati e supermercati”: lo rileva l’Associazione cartolibrai di Confcommercio Milano.

Già in precedenza l’ente di settore aveva chiesto di poter diversificare le offerte di vendita sul territorio, dando ai negozi specializzati l’opportunità di aprire, anche solo per alcune ore al giorno, per fare fronte alla richiesta delle famiglie, che praticano telescuola e telelavoro.

“Questa soluzione alternativa – rileva ancora la fonte – continua a essere assolutamente praticabile con le opportune misure di sicurezza e distanziamento necessarie per l’accesso ai punti vendita. Chiediamo, perciò, a Regione Lombardia di rivedere la decisione presa”.

Idem in Toscana dove, dal 9 aprile, cancelleria e giocattoli si possono vendere sì, ma solo nella Gdo, che tuttavia, in molti casi non ha, almeno per i prodotti scolastici e per ufficio, la stessa profondità di assortimento, a volte necessaria.

cancelleria, giocattoli, fiori e piante all'interno dei supermercati e dei centri della grande distribuzione

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Le 5.000, fra cartolerie e cartolibrerie associate, hanno registrato, in poco più di un mese, un crollo del 70% del fatturato, alcune addirittura del 100%. Il presidente di Federcartolai Confcommercio, Medardo Montaguti, aveva ventilato, il 7 aprile la possibilità di rivolgersi all’Autorità garante della concorrenza e del mercato.

Tuttavia, fino a prova contraria, non è stata la Gdo a premere in questa direzione. E quindi? Quindi la questione rientra in un contesto più ampio, nel quale l'intersezione continua di poteri sta diventando, se non altro, scomoda e confusiva.