Fiammata estiva per l'inflazione: alcuni settori, con aumenti superiori alla soglia del 15%, rischiano di trascinare anche il costo al pubblico dei beni di uso comune. Lo segnala, fra gli altri, l’associazione Konsumer sulla scorta delle stime preliminari dell’Istat che rilevano, per il mese di agosto un rialzo dell’indice nazionale per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, dello 0,5% su base mensile e del 2,1% su base annua (da +1,9% del mese precedente)”.

“Gli aumenti – ammonisce Konsumer - non possono cristallizzarsi e diventare strutturali, perché non sono sostenibili dai consumatori, molti dei quali hanno subito una riduzione dei guadagni a causa del Covid-19. Nell’ambito estetico, parrucchieri e centri hanno aumentato i costi, caricando sullo scontrino le spese di sanificazione”.

Le bollette di luce e gas hanno avuto un rialzo rispettivamente intorno al 10% e al 15%, mentre l’ambito turistico e della ristorazione evidenziano un rincaro stagionale.

Resta inoltre sempre in primo piano il discorso relativo al costo della benzina e gasolio: la verde è salita del 18% e il gasolio del 17, mentre su molte autostrade, sempre durante il mese di agosto, un litro di benzina verde ha superato i due euro.

Secondo Fabrizio Premuti, presidente di Konsumer Italia, “la tendenza rilevabile oggi nei mercati e nei servizi va assolutamente tenuta sotto controllo e calmierata, anche con azioni di Governo, al fine di tutelare la capacità di spesa degli italiani, e permettere una reale ripartenza dell’economia e non un fuoco di paglia con successiva contrazione degli acquisti”.

L’Ufficio studi di Confcommercio avverte che l’ipotesi di un avvicinamento a fine anno alla soglia del 3% appare sempre più probabile. Il dato italiano si innesta, peraltro, in un contesto che ha visto l’inflazione nella Uem, calcolata sulla base dell’indice armonizzato, salire al 3% nello stesso mese.

Seppure l’inflazione di fondo permanga - sia in Italia, sia nell’eurozona - al di sotto della soglia del 2%, l’eventuale prosecuzione di questa dinamica esporrebbe le autorità monetarie a pressioni per l’adozione di atteggiamenti meno accomodanti, con potenziale pregiudizio dell’intensità della ripresa.