La società di ricerche milanese Sign M&T ha pronta l’edizione 2017 di ‘Shopping Map’, osservatorio sui consumatori condotto in 9 città (Milano, Torino, Padova, Bologna, Ancona, Roma, Napoli, Bari e Catania), tramite 19 punti di rilevazione della Gdo, 102 insegne censite, 958 interviste face to face e 217.094 risposte raccolte.

L’analisi riscontra una segmentazione in 6 cluster: i ‘Supermario’ (11,3%), orientati alla semplificazione e alla qualità, molto decisi negli acquisti e che non concedono nulla allo shopping esperienziale; i ‘Wow Shop’ (22,9%) che, al contrario, vedono nell’esperienza di acquisto un riflesso del proprio stile di vita; gli ‘Hasta il Web’ (16,5%), che fanno la spesa in ogni momento e in ogni luogo, privilegiando il commercio elettronico; ‘I-family’ (29%), un cluster formato da famiglie giovani, colte, aperte all’innovazione distributiva, sempre pronte a sperimentare; i ‘Territoriali ‘ (12,5%) che prediligono uno shopping di quartiere e il rapporto stabile con il proprio punto vendita di fiducia, che frequentano da anni; ‘Ok il prezzo è giusto’ , un 7,8% di italiani per i quali la convenienza è il fattore di scelta determinante.

In sostanza lo shopping si evolve e i modelli di acquisto del dopo crisi si delineano. Il comportamento intelligente ed evoluto di acquisto diventa mainstream: non più compulsività del consumo, ma valutazione ragionata, aperta alla pura gratificazione.

Tuttavia ci sono anche altri orientamenti, che badano ora alla massima funzionalità, ora al vicinato e ai rapporti interpersonali, o all’edonismo puro. Marginali coloro che guardano solo a sconti, promozioni e prezzi. In tutto questo l’e-commerce si afferma come canale emergente, ma capace di rispondere solo a determinati stili di acquisto e bisogni.