Mercatone Uno vede la luce in fondo al tunnel. La schiarita, dovuta anche ai lunghi colloqui nei palazzi della politica, porterà, come prima conseguenza, alla riapertura, probabilmente in autunno, di 4 grandi superfici: Roma, Pombia (Novara), Carrè (Vicenza) e Tavernerio (Como). Altri sei re-opening sono dati per sicuri, anche se il calendario è ancora tutto da scrivere.

Passata dagli oltre 400 milioni di debiti (su un totale di 800 milioni di fatturato, conseguiti in tempi migliori), al concordato preventivo e all’amministrazione straordinaria, ottenuta in aprile, la catena creata dall’imprenditore Romano Cenni (3.700 addetti), aveva dovuto chiedere la sospensione di 28 dei 78 punti di vendita, con la conseguente misura della cassa integrazione a zero ore per i lavoratori interesseati.

Ora però, sul tavolo dei commissari - Vincenzo Tassinari, ex presidente di Coop Italia, Ermanno Sgravato e Stefano Coen - ci sono ben 53 offerte, di cui 10 riguardanti l’intero gruppo, gruppo che non è stato salvato nemmeno dai 26 restyling di punti di vendita, condotti per tempo dall’amministratore delegato, Pierluigi Bernasconi, e dalla sua squadra di manager.

Chissà se tra i maggiori pretendenti ci sono, come si favoleggia, due colossi internazionali come l’inglese Kingfisher (11 miliardi di sterline di fatturato) e la francese Conforama (3,1 miliardi di euro)?