Crescono le retribuzioni dei settori che compongono la filiera food in Italia, in alcuni casi più della media nazionale e dell’inflazione e nonostante una tendenza nazionale molto contenuta (+0,3%).

In particolare, due comparti della filiera con Ral (retribuzione annua lorda) più bassa (agricolo e horeca) presentano il 2° e il 4° migliore trend fra i 35 ambiti di impiego mappati (rispettivamente +1,5% e +1,1).

L’indagine è realizzata da Badenoch + Clark, azienda specializzata nel recruiting di figure manageriali ed executive, in collaborazione con JobPricing.

Con una retribuzione lorda annua media di 29.352 euro, la produzione alimentare e commerciale si posizionano leggermente al di sotto della media nazionale (rispettivamente 29.240 e 28.908), mentre il mondo agricolo e ristorativo sono invece le cenerentole del mercato del lavoro (rispettivamente 24.242 e 23.956 euro).

Guardando alle qualifiche professionali, in confronto alla media italiana le retribuzioni medie più elevate sono legate al settore alimentare sia per i dirigenti (€ 104.976) sia per i quadri (€ 57.744 €), in entrambi i casi sopra la media nazionale. I manager del settore primario, di nuovo, guadagnano 12.700 euro in meno rispetto ai colleghi.

Se si guarda ai trend a 5 anni si nota che la dinamica retributiva dei settori della filiera del cibo è stata al ribasso, nonostante la buona performance dell’ultimo anno.

Tra i dirigenti solamente le retribuzioni del mondo agricolo, che pure partono da livelli più bassi, sono in crescita. Tra i quadri invece l'unico con trend positivo è il commercio/gdo. Oltre il 50% dei dipendenti della filiera del cibo percepisce una qualche forma di retribuzione variabile.