Provocheranno gravi malumori e parecchi distinguo le raccomandazioni che Guido Giustetto, presidente dell’Ordine dei medici di Torino e Provincia, ha indirizzato, tramite il periodico di categoria, ai propri colleghi in fatto di alimentazione?

È probabile, visto che nel mirino è finita, senza troppe sfumature, una grossa fetta della Gdo, ossia i discount, che da tempo hanno superato i 5.000 punti di vendita, con un trend di crescita, secondo le rilevazioni Istat, relative a gennaio 2017, del 3,5%, il più alto del settore, rispetto al +1,3 dei super e allo striminzito 0,3% degli ipermercati.

Ma cosa ha detto esattamente il dottor Giustetto? Come riporta Erica Di Blasi su ‘La Repubblica’, del 4 aprile, l’intervento del medico parte da una considerazione: "Le fasce più deboli della popolazione spesso si servono per necessità nei discount alimentari di più basso livello, che hanno un unico parametro per battere la concorrenza: offrire cibo a basso costo, a prescindere dalla qualità. Non si può pensare che i cibi venduti in questi magazzini, a prezzi così bassi, abbiano la stessa qualità di altri".

"È vero — aggiunge ancora il presidente — non possiamo dire, anche perché non abbiamo elementi in questo senso, che la frutta e la verdura acquistate in questi magazzini, abbiano meno vitamine. Purtroppo però chi frequenta i discount si indirizza spesso verso cibi di altro genere, meno cari, ma ipercalorici e dannosi per la salute. Detto questo, non vogliamo demonizzare i discount: piuttosto invitare la popolazione a riflettere su quanto sia importante per il proprio benessere una corretta alimentazione”.

"Oltre a conoscere il problema e cercare di evidenziarlo con il proprio paziente si dovrebbe essere in grado di fornire a questo risparmio, per così dire ‘facile’, alternative che riescano a coniugare qualità e prezzo, come l’uso di ‘gruppi d’acquisto’ o l’attenzione alle periodiche offerte, che tutti i supermercati di media-alta qualità mettono in campo e l’oculata capacità di scelta tra marchi commerciali diversi, in concorrenza tra loro, ma di pari livello".