Marcia indietro per i 10.000 fioristi italiani, che, secondo la legge, non possono aprire, mentre piante e fiori continuano invece a essere commercializzati nella Gdo. Lo ha chiarito Rosario Alfino, presidente di Federfiori-Confcommercio che, in un’intervista ad Adnkronos, precisa onestatamente: "La nostra è un'attività non essenziale, questo lo capiamo, ma rischiamo di perdere il business maggiore dell'anno tra matrimoni, comunioni, lauree, e via dicendo. Il governo deve chiarire bene. Non è infatti vero che i negozi di fiori al dettaglio possono riaprire la vendita. Il nostro codice Ateco è ben diverso da quello dei florovivaisti".

E in effetti molti esercenti e molti giornali, compreso il nostro, sono cascati nelle contraddizione governativa. Come è accaduto? Lo ha chiarito il 30 aprile lo stesso Alfino in una nota diretta, in primis, all'agenzia Ansa: “Facciamo seguito alla pubblicazione della Faq sul sito del Governo che si riferisce alla vendita di piante e fiori dopo il Dpcm del 22 marzo 2020 e alla successiva pubblicazione di dichiarazioni sulla pagina Facebook del Ministro delle Politiche agricole e forestali, Teresa Bellanova. Il Decreto del 22 marzo esclude, senza ombra di dubbio, che le attività di fioristi al dettaglio, con codice Ateco 47.76.10, possano riaprire al pubblico, mentre il Ministro afferma che i fioristi possono riprendere le attività”.

Secondo il Decreto, le attività che possono commercializzare fiori e piante sono quelle connesse alla loro produzione, quindi solo ed esclusivamente quelle con codice Ateco 01, che in realtà non avevano mai smesso di operare.

“Inoltre – continua Altino - ci chiediamo, come fanno i supermercati che non sono coltivatori diretti e quindi non in possesso del codice Ateco 01, a vendere fiori e piante al dettaglio? Troppa confusione e troppe ordinanze in disaccordo: gli italiani possono uscire di casa solo per comprovati motivi di prima necessità, e allora come si inquadra l’acquisto di fiori e piante? Va fatta immediata chiarezza sui codici Ateco che possono rimanere aperti, per evitare agli operatori di incorrere in sanzioni amministrative e penali. Federfiori-Confcommercio ha chiesto un chiarimento ufficiale al Ministro ma, a oggi, non abbiamo ricevuto risposte”.

Si stima che in Italia la filiera di piante e fiori, vivo e reciso, valga 2,5 miliardi di fatturato e conti 27.000 imprese e 100.000 addetti. Finora il sistema avrebbe già perso 1 miliardo di euro.