Vanno in soffitta, per 12 mesi, la plastic e la sugar tax. Istituite, nel 2019, dall’ex Governo Conte e mai entrate in vigore, erano destinate a produrre un gettito fiscale di 660 milioni di euro. Lo prevede il disegno di legge della nuova finanziaria, varato dal Governo Meloni e firmato dal Cdm.

Assobibe, l’associazione italiana dell’industria delle bevande analcoliche, auspica che il prossimo passo, per la tassa sullo zucchero, sia la cancellazione definitiva, anche alla luce dei dubbi di legittimità costituzionale sollevati dal Tar Lazio con l’ordinanza del 14 novembre 2022.

Pronunciandosi sul ricorso, presentato da Assobibe stessa il 26 luglio 2021, il Tribunale amministrativo ha infatti rimandato alla Corte costituzionale l’esame dei commi 661-676, dichiarando “rilevante e non manifestamente infondata” la questione di legittimità, in relazione al fatto che l’imposta è applicata alle sole bevande analcoliche contenenti edulcoranti.

L'associazione ricorda che la tassa, una volta entrata in vigore, avrebbe potuto tradursi in un aumento del 28% della pressione fiscale su un litro di bevanda analcolica, con un effetto recessivo (stime Nomisma) del’11,6% nel 2023 rispetto al 2022 e del 17,1% in confronto ai livelli pre-pandemia, e oltre 5.000 posti lavoro in meno.

Contro la tassa sulla plastica, a carico di tutti i materiali non biodegradabili e compostabili, si era invece espressa, nei giorni scorsi Unionplast, chiedendone la cancellazione pura e semplice. Secondo Marco Bergaglio, presidente Unionplast, «la plastic tax, nata quattro anni fa con l’obiettivo di contrastare in modo meramente sanzionatorio gli effetti negativi della mancata chiusura del ciclo dei rifiuti plastici da imballaggio, si è dimostrata a tutti gli effetti inefficace e di formulazione complessa, al punto da renderne difficile l’applicazione».