Mentre in Italia chi non inquina più paga ancora come prima – a dispetto del principio dell’Ue in base al quale “chi inquina paga” - e il sacchetto di plastica, per quanto biodegradabile, compostabile, ecologico continua ad avere un’incidenza monetaria, in Svizzera chi, almeno in prospettiva, non inquinerà più, comincia innanzitutto a pagare.

È vero che la Confederazione Elvetica rimane fuori dal perimetro comunitario (anzi in giugno ha addirittura ritirato la domanda di adesione), ma il paradosso è quasi peggio di quello della nostra nazione, dove borse e borsine hanno sempre avuto un costo unitario fisso, che non scende nemmeno quando lo scontrino è alto. Insomma lo stesso shopper ha, nella larghissima maggioranza del commercio, un prezzo identico sia che si acquistino due pomodori, sia che si comprino due bottiglie di Champagne.

Questi i fatti: mentre l'Assemblea federale elvetica (in pratica il Parlamento) sta facendo grandi passi nella direzione degli shopper biodegradabili, o quanto meno riciclati, le due maggiori catene, Coop Svizzera e Migros hanno introdotto il pagamento di 5 centesimi di franco per sacchetto.

Coop è partita da poco più di una settimana, con un test su una decina di punti di vendita campione, tutti a Zurigo, e intende applicare la decisione all’intera rete entro la prossima primavera. Restano gratis, invece, i sacchettini per imbustare frutta e verdura dopo la pesata. Migros è stata ancora più drastica e, da ieri, 1 novembre, la piccola somma si sborsa in tutti i punti di vendita disseminanti nella Confederazione.

Secondo quanto riportano i giornali locali la scelta dei due distributori è stata accolta dai consumatori in modo positivo (il perché non si sa) e questo nonostante il legislatore nazionale avesse rinunciato, in settembre, persino ad applicare l’eco tassa sugli shopper in plastica per non scontrarsi con il prevedibile malcontento.