I dati provvisori per il mese di dicembre, diffusi dall'Istat, registrano un tasso complessivo d'inflazione pari all’1,1% rispetto allo stesso mese del 2017. "Il rallentamento del costo della vita, legato soprattutto al calo dei beni energetici non regolamentati, porta ad archiviare il 2018 con un +1,2% complessivo, esattamente come l'anno scorso – spiega Federdistribuzione -. Un dato non elevato (l'inflazione di fondo si conferma ben al di sotto dell'1%), ma che lima il potere d'acquisto delle famiglie e incide negativamente sulla domanda interna".

"I consumi sono piatti, con le vendite al dettaglio, nel periodo gennaio-ottobre, pari a +0,1%, ma ciò che più allarma sono le prospettive. Il calo di fiducia dei consumatori fa registrare un'ulteriore flessione in tutte le sue componenti, attestandosi sui valori di agosto 2017. Dal lato delle imprese si assiste al sesto mese consecutivo di decremento, tornando ai livelli di due anni fa. Il 2019 si presenta dunque con elementi di complessità e preoccupazione".

Agli italiani, insomma, non resta che sperare. E infatti la speranza è la parola chiave, scelta per connotare i prossimi 12 mesi, anche se la speranza da sola non basta più: nel 2016 la votava il 34%, oggi il 19% del campione.

Nel sondaggio di fine anno di Coop e Nomisma, corroborato dalle previsioni sui consumi 2019 del “Rapporto Coop” (ora in versione completa dopo l’anteprima digitale di settembre), si oppongono, alla voglia di confidare, parole di rottura come “cambiamento” (dal 14% del 2016 al 16% del 2019). Tuttavia, allo stesso tempo, evapora il “timore” (sceso di 10 punti percentuali) e, giustamente, si aspira al “benessere” (dal 2% del 2016 al 12% del 2019). I più ottimisti sono, naturalmente, i giovani.

Lo scenario è, come sempre, un mix di umori differenti: a un 27% convinto che nei prossimi 12 mesi l’economia accelererà si contrappone un altro 19% sicuro, invece, che l’Italia entrerà in recessione.

L’”anno dello zero virgola”, comunque già anticipato dalla frenata della seconda metà del 2018, si presenta con elementi di fragilità, che derivano sia dal contesto internazionale (un export non più così trainante), sia dal quadro interno, dove si vedranno le prime reazioni generate dalla politica del nuovo governo.

Decelerazione economica e contrazione dei salari reali provocheranno una variazione del Pil inferiore all' 1% (0,6%), mentre il potere d’acquisto delle famiglie potrebbe beneficiare dalle attese nuove misure (soprattutto il reddito di cittadinanza), mantenendo un tasso di crescita prossimo all’1 per cento. Su ritmi lenti l’evoluzione dei consumi, comunque in calo rispetto al 2015-2017, quando i tassi erano compresi fra l’1,5% e il 2 per cento.

Nemmeno le ultime festività, del resto, hanno fatto gridare al miracolo. Contrariamente al Natale 2017, che fece chiudere l’anno con un boom di vendite, il mese di dicembre si è mantenuto in linea con l’andamento piatto che ha caratterizzato le vendite della grande distribuzione nel corso del 2018 e che non si discosta da quel leggero spunto già registrato nella prima parte dell’anno (+0,4%), peraltro ottenuto solo grazie all’ulteriore crescita dei discount.

E proprio dalla situazione economica del Paese gli italiani non sanno bene se aspettarsi un 2019 in cui fare economia, o nel quale concedersi qualche soddisfazione in più. La grande maggioranza è convinta che dovrà pagare maggiori somme per bollette e utenze, nonché per carburanti e altri costi di trasporto (31% di pessimisti contro un 18% del 2018), ma anche per servizi sanitari e salute (24% vs 21%).

Almeno per alcuni prodotti e servizi non si accetteranno rinunce: così l’83% dei 1.000 intervistati dichiara di volersi regalare un soggiorno di vacanza o, semplicemente, una visita (84% nel 2018) e solo il 15% lo esclude (era il 14% nel 2018).

Al secondo posto la tecnologia, con gli smartphone, i tablet, i computer e i grandi elettrodomestici che incassano tutti il 54% di intenzioni di acquisto.

Scartate nelle previsioni la spesa per una nuova casa (72% di ‘no’), o per l’auto ecologica, ibrida o elettrica (67%) che vengono superate solo dalla chirurgia estetica (91% di risposte negative).

Nel 2019 la tavola riconfermerà la propria centralità: gli italiani sono convinti che spenderanno di più su tutte le voci del food e che, se non altro, continueranno a trovare in cucina il proprio angolo di gratificazione quotidiana.

Scarica le previsioni