Crescita significativa delle vendite di vino a denominazione d’origine e degli spumanti, con il biologico che prosegue il suo percorso di uscita dalla nicchia e flessione dei vini in brik e di tutti quei formati che non siano la bottiglia da 75cl: queste le anticipazioni della ricerca sull’andamento del mercato enologico nella Gdo nel 2016. Svolta da Iri, l’analisi sarà presentata dettagliatamente a Verona, nell’ambito del prossimo Vinitaly (9-12 aprile).

La DM si conferma il canale decisivo, con un’incidenza di 505 milioni di litri nel 2016, per un valore di 1 miliardo e mezzo di euro.

In un anno di sensibile contrazione dei consumi familiari, il mercato vinicolo nostrano gode di una relativa, buona salute, come testimoniato dalle vendite nei supermercati. I vini a denominazione d’origine (in bottiglia da 0,75lt) aumentano del 2,7% in volume (e del 4,4 in valore) con 224 milioni di litri di sell out. Prosegue il trend già promettente del 2015 (+1,9%). Per il secondo anno consecutivo le vendite in promozione rimangono stabili, intorno a una media del 50%, mentre i prezzi sono in risalita. Le promo si intensificano su alcune tipologie: Gutturnio (69,4%), Chianti (64,6) e Bonarda del Piemonte (60,5).

Va sottolineata la rincorsa degli spumanti che fanno segnare nel 2016 una variazione, in Gdo, di oltre il 7% con 54 milioni di litri venduti, bissando l’ottimo risultato del 2015. “La crescita riflette una destagionalizzazione delle vendite di bollicine, conseguenza di un crescente uso quotidiano – fa notare Virgilio Romano, business insight director di Iri –. Lo spumante attira nuovi consumatori e potrebbe rappresentare un’interessante rottura nelle tradizionali abitudini del bere italiano”.

I vini biologici, dal canto loro, compiono un balzo impressionante, per un mercato ancora giovane nella DM: +25,7% in volume con 2 milioni e mezzo di litri venduti.

“I primi dati confermano la ripresa del mercato interno – commenta Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere –. I consumatori cercano sugli scaffali sempre più il vino di qualità, con un conseguente rialzo del costo unitario medio”. Nonostante la leva delle promozioni, i valori del vino venduto continuano infatti a salire: le bottiglie a denominazione da 75cl hanno ora un prezzo di poco inferiore ai 5 euro (4,81 euro al litro), cifra che, in ogni caso, le rende pur sempre abbordabili.

È invece ancora un anno negativo per le vendite di brick (-2,5%) e di vero crollo per tutti gli altri formati: - 8,6% per il confezionato da 0,76 a 2 litri e – 9,7% per formati diversi da questi (dati in volume). Tali risultati condizionano il dato complessivo del confezionato, che è di -1% a volume e + 1,1 a valore.

Tra i packaging differenti dalla bottiglia da 75cl si afferma soltanto il bag in box, con 12 milioni di litri venduti e un eccezionale +11,7% in quantità.

Sul podio dei vini più gettonati d’Italia si piazzano ancora i tre inattaccabili campioni: Lambrusco (13,1 milioni di litri, +2,5%), Chianti (12 milioni di litri, +4,9) e Montepulciano d’Abruzzo (8,4 milioni di litri, +3,2).

Si fanno notare le performance del Nero d’Avola (Sicilia), del Vermentino (Sardegna), del Muller Thurgau e del Gutturnio (Lombardia), che crescono, sempre a volume, con dati superiori al 4 per cento. Il Gutturnio è, fra i grandi segmenti, il best performer con un +7% in quantità (3,4 milioni di litri totali) e un +5,5 in valore (12,7 milioni di euro), dato, quest’ultimo, calmierato da un peso delle promozioni vicino al 70 per cento.

Tra gli “emergenti”, cioè con una maggiore progressione a volume salgono sul podio, nell’ordine, Ribolla Gialla (Friuli Venezia Giulia), Passerina (Marche), Valpolicella Ripasso (Veneto). Si conferma la crescita del Pignoletto (Emilia), del Pecorino (Marche/Abbruzzo) e della Passerina (Marche), mentre rientrano in classifica il Grillo (Sicilia) e il Cannonau (Sardegna).

Va sottolineata, infine, la crescita dell’8,2% in volume del Chianti Docg, quindi il top delle denominazioni, che vende quasi 10 milioni di litri per un valore di oltre 45 milioni di euro.