Attraverso dispositivi indossabili, realtà aumentata e big data, la tecnologia si appresta a rivoluzionare il futuro della vendita al dettaglio, offrendo un’esperienza d’acquisto più personalizzata, sia online, sia in negozio. Sono le conclusioni di uno studio condotto da Epson, il principale produttore di Pos, al quale hanno preso parte 17 esperti di settore, provenienti da tutto il mondo, e oltre 7.000 dipendenti full-time europei, di cui 1.100 impiegati nel retail & hospitality, in Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna.

Il 72% degli europei (77% degli italiani) ritiene che le vendite diventeranno sempre più personalizzate e che gli addetti alla vendita contribuiranno a migliorare l’esperienza di acquisto.

Se da un lato circa la metà dei soggetti è dell’idea che i big data avranno un impatto positivo, il 42% degli europei (36% degli italiani) teme che i clienti non rinunceranno alla protezione dei propri dati (quota che raggiunge il 64% tra gli over 50 e si attesta invece sul 50% per i Millennial).

Leggendo la ricerca si scopre anche che il 73% (79% degli italiani) è consapevole del fatto che, mediante l’uso degli smartphone, sarà possibile intensificare la relazione tra clienti e rivenditori. Ma in ogni caso i punti vendita reali continueranno ad avere un ruolo prioritario; tant’è che meno di un terzo considera plausibile un futuro senza di essi. Secondo le stime in media il 56% delle decisioni di acquisto continuerà, almeno per i prossimi anni, a essere preso in negozio.

Tuttavia il retail fisico subirà, si è detto, profondi cambiamenti. Verranno introdotte nuove iniziative, a partire dal riconoscimento automatico dei clienti, per fornire un’esperienza ultra-personalizzata, come previsto dal 72% del campione totale (77% degli italiani). Secondo il 46% (50% degli italiani), inoltre, i punti vendita non terranno più merci a magazzino e sfrutteranno la realtà aumentata per fornire ai clienti suggerimenti e servizi one to one (63% e 66 degli italiani), creando prodotti su misura all’interno del negozio.

“Il settore retail & hospitality si evolve rapidamente e a volte i consumatori non riescono a stare al passo con i cambiamenti – avverte Minoru Usui, presidente di Epson -. Nel futuro prossimo i clienti avranno un ruolo crescente, non solo in fase di acquisto, ma anche nella produzione dei beni. Stiamo entrando in un’epoca in cui i prodotti possono essere visti, sviluppati e realizzati, a casa o in negozio, dai singoli individui”.

Tale prospettiva sarà, però, realizzabile solo dopo avere superato una serie di ostacoli, fra i quali i costi associati all’implementazione delle nuove tecnologie e la formazione dei dipendenti (necessaria secondo il 40 per cento).

Con l’evoluzione dei Pos, e grazie al riconoscimento automatico dei singoli, i tempi di attesa verranno eliminati: il 53% (60% degli italiani) ritiene, infatti, che le transazioni saranno effettuate automaticamente, grazie ad appositi sensori.

Attraverso l’integrazione della tecnologia nell’esperienza di acquisto, i clienti torneranno a frequentare negozi e centri commerciali. Quasi la metà degli intervistati (46% e 55 degli italiani) ritiene inoltre che l’utilizzo delle auto senza conducente potrebbe essere determinante, in quanto comporterebbe una maggiore facilità di spostamento nelle principali aree di shopping.

Questa riscoperta del punto vendita svilupperà una generazione di nuovi lavoratori, i consulenti di acquisto: il 74% (81% dei rispondenti italiani) vede questi addetti come la naturale evoluzione degli attuali dipendenti, che, non dovendo più svolgere operazioni ripetitive, come le battute di cassa, si trasformeranno in veri e propri esperti, capaci di fornire tutti gli aggiornamenti utili alle scelte più complicate e alle persone più titubanti.

Tutto questo, inutile dirlo, presupporrà molti investimenti in formazione sul campo e in aula, investimenti che saranno comunque ripagati dal migliore impiego e dalla maggiore efficienza del personale.