di Emanuele Scarci

La rivoluzione della pasta passa dalla fascia premium a prezzo accessibile. Nella Gdo anche il primo semestre del 2021 conferma il trend degli ultimi anni (dopo l’anno del covid con crescite generalizzate): La Molisana e Rummo vincono un altro round con gli altri top brand della fascia premium. Il prezzo si conferma un elemento importante anche nella pasta di qualità, ma senza trascurare fattori come il grano 100% italiano, la trafilatura in bronzo, l’innovazione dei formati. E da oggi si aggiunge anche il packaging riciclabile. Dopo il boom del 2020 (+4,6% a volume e +10% a valore, elaborazione DM su dati aziendali) sospinto dal lockdown, è arrivato l’inevitabile scivolone: nel primo semestre del 2021 le vendite di pasta secca nella grande distribuzione sono scivolate del 7,2% a valore (407 milioni di euro) e dell’8,3% a volume rispetto all’analogo periodo del 2020. Le vendite di pasta integrale invece sono salite dell’1% a volume; in surplace a valore (70 milioni).

Champions league

Fra i Top7 (con almeno il 3% di quota di mercato) con segno positivo emergono soltanto La Molisana, +7,7% a valore e +11% a volume, e Rummo, rispettivamente, con +6,9% e +10%. Entrambi confermano le brillanti performance del 2020, grazie anche al miglior rapporto qualità/prezzo, La Molisana si colloca sul terzo gradino dei top player a valore con una quota nella pasta di semola secca dell’8,4%: scavalca la gragnanese Garofalo. Rummo è quinta con circa l’8% di quota a valore. Nel campionato della pasta premium perdono più della media di mercato De Cecco e Voiello, meno peggio Garofalo. Nel semestre Il prezzo medio di De Cecco è di 1,91 euro/pacchetto, Garofalo 1,88, Voiello 1,79, Rummo 1,73 e La Molisana 1,50.

La serie A

Nella fascia della pasta standard il leader di mercato Barilla ha perso l’8% a valore nonostante il lancio de 100% grano italiano che però ha fatto salire il prezzo medio a 1,40 euro. A cavallo tra la fascia standard e la premium. Barilla se la gioca, nelle varie aree, con Divella e Poiatti (prezzo medio appena sotto l’euro) e Granoro (appena sopra 1,10 euro). Nel semestre pagano dazio anche le private label: -11% a valore con un prezzo medio di circa 1,10 euro. Tra i player più piccoli, raddoppiano le vendite la gragnanese Liguori e Pasta Armando che si ritagliano una quota di mercato intorno allo 0,3%.

Ferro: ora su il prezzo

“La Molisana è molto positiva in questa fase, specie nell’Italia centrale dove abbiamo numeri eccezionali - commenta Giuseppe Ferro, comproprietario e ceo del gruppo Semolerie Molisane -. Il marchio ha lavorato bene, soprattutto sotto il profilo della qualità. Ora stiamo lavorando anche sull’immagine del prodotto, sul packaging di carta riciclabile e sui consumatori giovani, molo sensibili all’ambiente. Abbiamo dedicato molta attenzione anche ai nuovi formati, una ventina in tutto, ma su 4-5 abbiamo investito: in particolare, lo scialatiello e il rigacuore, nati quasi per scherzo”.

Quale l’impatto dei nuovi formati e del packaging riciclabile? “Non ne conosciamo le rese, siamo ancora all’inizio - risponde l’imprenditore -. A oggi abbiamo un 30-40% di packaging sugli scaffali ma a settembre dovremmo arrivare al 100%. Mi rendo conto che sono tutti elementi strategici ma so anche che siamo il brand più economico della fascia premium con 1,50 euro. Ora puntiamo a 1,70-1,75, anche per dare più valore al packaging in carta”.

La Molisana si definisce apripista dell’innovazione. “Anni fa – osserva Ferro – abbiamo introdotto per primi il packaging matato e non più lucido. Tre anni fa siamo passati al grano italiano 100%, tra i primi in assoluto. Adesso abbiamo introdotto la carta riciclabile. E so che dall’anno prossimo alcuni pastifici sono pronti a fare lo stesso”.

Quindi adesso dovrete inventarvi qualche altra cosa? “Certo, per risultare attrattivi - conferma Ferro -. Vedremo. Al momento stiamo lavorando sui sughi e sul rosso con grandi performance. Prima di noi ha fatto da apripista Barilla e noi dobbiamo solo seguirne le tracce”.

Nel 2021 il gruppo Semolerie Molisane dovrebbe fatturare 280 milioni.