Il 14 settembre aprono, in tutta Italia, salvo piccole eccezioni, le scuole di ogni ordine e grado. Mai inizio fu più complicato. Colpa del ritorno di fiamma del Covid-19 che sta mettendo tutti in allarme, ma che ha anche assottigliato le capacità di spesa delle famiglie.

Genitori, studenti, presidi e docenti sono sul piede di guerra. Se da un lato si sono prese misure sanitarie piuttosto serie, dall’altro ben pochi sembrano persuasi che la prima campanella non sia esente da pericoli. Fra gli altri gli insegnanti over 55, i quali rientrano nella fascia di età più minacciata dal virus.

E il mercato? Soffre, come rileva Confcommercio attraverso le due maggiori associazioni di settore, Federcartolai e Ali.

“A oggi la vendita di materiale scolastico va a rilento. Pesa l’incertezza che aleggia sull’apertura e sui modi dello svolgimento delle lezioni, un clima che non ha portato le famiglie all’abituale corsa all’accaparramento dei kit scolastici. Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso registriamo un meno 40% di fatturato – riferisce Medardo Montaguti, presidente di Federcartolai –. Possiamo dire, dopo un monitoraggio tra i nostri associati, che la situazione è a macchia di leopardo. Regioni come Calabria, Sicilia e Sardegna hanno perdite significative nei settori degli zaini, diari e cancelleria, perdite che vanno dal 50 al 60 per cento. Meglio per i testi scolastici, che tuttavia registrano un -30-35% di prenotazioni”.

Nel Centro Italia al Nord le flessioni sono più contenute. Ma si fa per dire, visto che le stime parlando di un -40-50%, per i kit e i materiali vari. I libri anche qui recuperano, considerando che molte cartolibrerie si sono convertite all’usato, causa Covid e minore disponibilità economica. “Se non si arriva a diversificare l'offerta nei servizi al cliente – continua Montaguti -, anche tenendo conto della concorrenza della Gdo e dell’online, non ci saranno alternative alla chiusura. Come federazione prevediamo, entro fine anno, un 5% in meno di attività aperte”.

Sul fronte delle librerie, come accennato, va un po’ meglio. Lo dice Paolo Ambrosini, presidente di Ali Confcommercio: “In queste settimane abbiamo riscontrato, da parte delle famiglie, il desiderio di garantire ai figli un avvio dell’anno scolastico ordinato e con tutto il corredo di libri pronto. Se però, da un lato, le famiglie sono solerti nell’ordinare, ci sembra di riscontrare una maggiore lentezza nel ritiro dei testi pronti, sicuramente per il perdurare delle ferie, mai così agognate come quest’anno, ma anche, forse, per i dubbi che alcuni hanno sollevato sul corretto avvio dell’anno scolastico”.

Ma quanto si spenderà? Secondo Federconsumatori, per ogni ragazzo, il corredo avrà un costo medio di 540,90 euro (+1,5% rispetto al 2019). Sempre più cari i libri, visto che, ai soliti costi, si aggiungono quest’anno anche quelli per il trasporto personale. “A causa della pandemia e visti i ritardi in materia di predisposizione di opportuni mezzi per permettere ai ragazzi di raggiungere la scuola, saranno sempre più numerose le famiglie che sceglieranno di utilizzare l’auto per accompagnare i propri figli – scrive la Federazione -. Una scelta che comporterà costi notevoli, che abbiamo calcolato, ipotizzando un tragitto tra i 5 e i 10 km, ripetuto 2 volte al giorno in auto, pari a 392 euro nel caso si abbia un veicolo a benzina e a 361,20 per una macchina a gasolio. Cifre importanti che si aggiungono a quelle, già onerose, per i libri e il materiale”.

Particolarmente gravosi i libri. Dopo una lieve flessione, registrata negli ultimi due anni, le cifre tornano a crescere: nel 2020 mediamente per i testi e due dizionari si sborseranno 478,20 euro a studente, con un rincaro dell’1,6% rispetto allo scorso anno se si considerano solo i libri nuovi. Acquistando i libri usati, invece, si risparmierà più del 34 per cento.

Più in dettaglio sono valutati come particolarmente pesanti i budget per le prime classi. Così un ragazzo al primo anno di media superiore pagherà, per i libri di testo più 4 dizionari, 679,40 euro e 540,90 per il corredo e i ricambi, per un totale di 1.220,30 euro.

“In nessun modo il disagio economico o sociale deve compromettere il diritto allo studio: si tratterebbe del fallimento più grande per l’intero sistema scolastico. Per questo è fondamentale predisporre sostegni mirati per tutelare i ragazzi e garantire loro l’accesso alla conoscenza e la possibilità di costruirsi un futuro”, puntualizza Emilio Viafora, presidente di Federconsumatori.

Per fortuna, per aiutare le famiglie ad affrontare tali spese, esistono già vari ammortizzatori, a livello regionale, che prevedono buoni, agevolazioni, o gratuità dei testi scolastici per le famiglie con basso reddito. Inoltre, agli istituti, sono stati destinati appositi fondi per supportare più di 425.000 studenti meno abbienti nella dotazione di libri e dispositivi digitali che saranno distribuiti direttamente dalle scuole.

È un primo passo, non sufficiente secondo la federazione, ma in ogni caso una dimostrazione di responsabilità da parte della politica.