di Claudia Scorza

La Commissione Europea intende presentare la bozza della "Direttiva sulle dichiarazioni ambientali" entro la fine di marzo 2023. Secondo tale direttiva, le aziende potranno commercializzare i prodotti come rispettosi dell'ambiente e del clima solo se sono veramente in grado di dimostrare tali dichiarazioni. Ogni dichiarazione ambientale dovrà soddisfare rigorosi requisiti scientifici e la metodologia dovrà essere pubblicamente disponibile.

La bozza prende in considerazione anche numerosi aspetti specifici, come ad esempio la controversa dichiarazione "impatto climatico zero". Nel testo si legge che ogni dichiarazione relativa al clima basata sulla compensazione delle emissioni di gas a effetto serra deve indicare in quale misura si basa su tale compensazione. Inoltre, se viene fatta una promessa “green” ma il mantenimento della stessa comporta un notevole impatto negativo in un'altra categoria, l'impatto negativo deve essere comunicato insieme alla promessa stessa.

Nel Regno Unito, nell'ambito della recente indagine sul greenwashing, l'autorità garante della concorrenza valuterà se le aziende che vendono alimenti, bevande e prodotti per la cura della persona etichettano erroneamente i prodotti come "sostenibili" o "migliori per l'ambiente". La Cma britannica ha riferito che la nuova indagine verterà su alimenti, bevande, prodotti per la pulizia e articoli per la cura della persona, come dentifrici e detersivi per bucato.

Le aziende maggiormente interessate saranno le grandi multinazionali di prodotti di qualità A e i produttori di articoli a marchio del distributore destinati ai supermercati, includendo nei controlli sia grandi sia piccole realtà.