di Claudia Scorza

Gli europei non torneranno alle vecchie abitudini di acquisto per la spesa quotidiana. È, in sintesi, quanto emerso dallo studio “Gli europei torneranno alle vecchie abitudini di acquisto? Valutazione del comportamento dei consumatori post-pandemia”, promosso da Plma International Council, secondo il quale la pandemia ha profondamente modificato il modo in cui i consumatori acquistano prodotti alimentari e non alimentari per la famiglia. Inoltre, i cambiamenti più importanti sono destinati a durare nel tempo.

I risultati rivelano, innanzitutto, che i prodotti a marchio del distributore stanno riscuotendo un successo senza precedenti, come dimostrano gli acquisti effettuati dai consumatori che li preferiscono ai prodotti di marca: quasi tre intervistati su dieci affermano di acquistare più referenze a marchio proprio di quanto non facessero prima della pandemia. Inoltre, gli aumenti più significativi si registrano tra i partecipanti più giovani del sondaggio, ovvero gli shopper appartenenti ai gruppi Generazione Z e Millennial.

Anche le prospettive di crescita sono favorevoli: complessivamente, quattro intervistati su dieci hanno dichiarato che, nei prossimi due anni, acquisteranno più prodotti a marchio del distributore di quanto non facciano attualmente.

«Lo studio si prefigge di fornire informazioni aggiornate sul comportamento dei consumatori europei ai distributori e ai fornitori di prodotti a marchio proprio, per consentire loro di definire insieme un piano di azione per lo sviluppo e la commercializzazione dei prodotti a marchio del distributore nel contesto post-pandemia», ha spiegato Peggy Davies, presidente della Plma.

Attraverso il sondaggio online sono state raccolte le risposte a oltre cinquanta domande rivolte a 6500 partecipanti equamente distribuiti fra otto paesi: Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Svezia e Regno Unito. L’analisi è stata condotta ad aprile 2022 esclusivamente per Plma International da Surveylab, leader nella ricerca online personalizzata.

Nello specifico, ogni partecipante ha indicato se stesso come principale responsabile della spesa per la famiglia e dal sondaggio è emerso che i prodotti a marchio proprio rappresentano una parte considerevole del normale carrello della spesa. Tre consumatori su dieci hanno dichiarato che più della metà del carrello della spesa è composta da prodotti a marchio proprio. Altrettanti hanno indicato che da un terzo a metà della loro spesa consueta comprende referenze a marchio proprio. Inoltre, è evidente che la maggior parte dei consumatori ormai considera le private label come veri e propri "brand". Facendo un confronto tra i marchi dei distributori e i marchi dei produttori, il 60% degli intervistati considera i prodotti equivalenti, mentre il 20% predilige le private label.

Rispetto all'opinione prevalente prima della pandemia, il 17% dei consumatori ha dichiarato di avere maggiore fiducia nella qualità, nel valore e nelle prestazioni dei marchi propri. Alla richiesta di valutare le mdd in specifiche categorie di prodotti, il 51% ha affermato di avere "molta fiducia" in articoli quali carta igienica/carta da cucina, il 47% nei prodotti freschi, il 43% negli alimenti a lunga conservazione e nei prodotti per la pulizia, il 42% nei cibi surgelati, il 40% nelle bevande, il 31% nei piatti pronti e il 27% nei cosmetici.

Il futuro del marchio del distributore è reso ancora più roseo dal fatto che oltre la metà degli intervistati ha dichiarato che oggi il prezzo delle referenze è un aspetto più importante di quanto non fosse prima della pandemia.

Inoltre, quando cercano una referenza particolare, molti clienti esaminano accuratamente diversi aspetti: il 66% confronta i prezzi alla ricerca della convenienza, il 39% osserva gli altri marchi dello stesso prodotto disponibili, il 26% esamina la confezione di altri brand e il 19% è interessato all'innovazione. Una minoranza agisce senza esitazione: il 20% sceglie il marchio del supermercato, mentre il 17% opta per i marchi nazionali.