Anche la terza edizione di Osservatorio Freschissimi è andata in archivio. All’appuntamento nell’ormai classica location del Centro Tecnico del Commercio di Bologna, il tema del fresco “green” è stato trattato sotto diverse lenti di ingrandimento con il contributo di relatori d’eccezione quali Alessandra Ravaioli, presidente dell’Associazione Nazionale Le donne dell’Ortofrutta; Valentina Tepedino direttrice di Eurofishmarket, Marco Moncalvo, socio-imprenditore Supermercati Gulliver; Domenicantonio Galatà, presidente dell’Associazione Italiana Nutrizionisti in Cucina, Franco Parzani, broker di carni bovine, e Graziella Ciriaci, nella duplice veste di titolare dell’omonimo salumificio marchigiano e co-sponsor dell’evento con la veneta Fonte Margherita.

L’incontro è stato moderato dal giornalista Ugo Stella. Dal punto di vista dei produttori, Alessandra Ravaioli, ha fornito alcuni interessanti dati il “bio”, cresciuto nell’ultimo anno del 5,5% nella Gdo e del 20,7% nei discount. «Bio rischia di diventare un prerequisito», ha sottolineato la presidente dell’Associazione Nazionale Le donne dell’Ortofrutta. «Il punto centrale è la sostenibilità e qui l’Italia è in ritardo. Siamo solo al 23° posto della classifica di Food Sustainability, capeggiata dalla Francia, che pure è partita in ritardo sul bio rispetto a noi». La ricetta? «Puntare sull’Agro-ecologia, su modelli produttivi con peculiarità uniche e identificabili, salvaguardare la biodiversità valorizzando le varietà antiche. C’è bisogno di un’agricoltura ecosostenibile, di conoscenza profonda della neurobiologia, di gestione del suolo e di una gestione circolare del packaging, di cui il CPR System rappresenta un caso virtuoso».

Valentina Tepedino, di Eurofishmarket, ha ricordato come il consumo di pesce in Italia si sia assestato sui 27 Kg a testa su base annua, e come un’itticoltura intensiva non sia compatibile con una definizione di “pesce sostenibile”, che oggi manca a livello istituzionale. «Nell’ittico le certificazioni sono volontarie, non supportate da controlli pubblici». Tepedino ha poi ricordato una serie di iniziative finalizzate a un consumo responsabile del pesce: tra queste, il progetto «“Pappa Fish” della Regione Marche che nel 2015 ha permesso di ridurre al 6,5% la percentuale di scarto (era del 56%) nelle mense di 482 scuole in 120 a oltre 35 mila bambini della regione».

Incentrato sul tema della qualità, l’intervento di Franco Parzani, un agente di commercio specializzato in carni bovine, che ancora oggi a 78 anni seleziona di persona il prodotto in 5 stabilimenti in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte. «Genetica e alimentazione giocano un ruolo chiave per ottenere un prodotto di qualità, ma qualità significa anche proporre la carne giusta per ogni pubblico: non si può mandare carne magra a Varese e grassa in Liguria». Anche il banco assistito è un indice di qualità. «Tralasciando Discount che tratta solo il confezionato, e mercati maturi come Francia e Gran Bretagna dove il confezionato arriva al 95, in Italia (confezionato 55%), i consigli del macellaio del banco fresco sono ben graditi e il consumatore aspetta il proprio turno pur di essere servito e consigliato».

L’importanza del personale è alla base della crescita dei punti vendita Gulliver, come ricordato dal socio imprenditore, Marco Moncalvo. «Abbiamo investito molto sul cosiddetto fattore umano nel piano di sviluppo 2018-2019. Ci siamo affidati anche a uno psicologo per individuare i profili con le attitudini più spiccate alle relazioni con i clienti. I risultati ci stanno dando ragione, come dimostra la crescita media del 4,88 dei nostri 9 punti vendita al di sotto dei 400 metri quadrati di superficie. Inoltre, crediamo nella qualità dei prodotti del banco fresco e in particolare in quelli locali e da tempo abbiamo avviato una collaborazione con OF per avere dati ad personam che ci guidano nelle scelte commerciali e altrettanto nel valore del personale».

Personale e prodotti locali di qualità come fattori di crescita. Ma anche un prodotto di qualità come il Ciauscolo marchigiano ha bisogno di una adeguata promozione e tutela per imporsi sul mercato. «Da OF 2019 lancio un appello per uscire dal provincialismo», afferma Graziella Ciriaci, titolare del salumificio di famiglia fondato nel 1935 dal padre. «Ci siamo arenati sulla questione delle nomine dei vertici e così abbiamo perso l’opportunità di ricevere fondi europei per valorizzare oltre a un prodotto la cultura di un territorio che da sempre è impegnato a seguire buone pratiche green di allevamento e produzione».

Ma come si fa una spesa intelligente ed equilibrata, dal punto di vista nutrizionale e sempre più green? La proposta di Antonio Galatà, presidente dell’Associazione Italiana Nutrizionisti in Cucina, è pensare a un carrello del supermercato a scomparti e riempirlo in modo consapevole, in base alle necessità. Quanto alla qualità nutrizionale: «Vogliamo fare capire che siamo pronti a collaborare con i grandi gruppi della Gdo per un progetto di formazione e informazione. Noi non certifichiamo un prodotto, ma semplicemente lo approviamo».

Nicola Colabella ha chiuso i lavori sottolineando il ruolo e il carattere indipendente dell’Osservatorio. «Il nostro compito è la comparazione. Lo facciamo in modo indipendente, con una flessibilità e un’agilità di manovra che solo realtà come la nostra possono offrire alla Gdo e alla Do. Noi facciamo focus sui prodotti trend e aiutiamo tutti i soggetti del settore - aziende, punti vendita, consumatori – a orientarsi nelle scelte di acquisto».