di Claudia Scorza

L’Assirm Talk Retail “Shopper e Retail nei momenti di turbolenza”, convegno virtuale parte del filone Assirm Talk ideato dall’Associazione Assirm, ha affrontato temi rilevanti per l’intera filiera: dalle evoluzioni delle abitudini del consumatore nell’attuale contesto inflattivo ai nuovi touch point e canali di acquisto, fino alle strategie dei punti vendita con le sfide future dell’industry fra promozioni, prezzi e sostenibilità.

Rispetto al 2022 e trainati dall’inflazione, gli italiani hanno incrementato del 7,6% la loro frequenza di acquisto, ma è stato limitato l’aumento dell’importo dello scontrino (+1,6%). Il dato trova conferma nelle parole di Marco Pellizzoni, consumer panel commercial director di GfK: “Il largo consumo è cresciuto negli ultimi 3 anni a valore in modo importante. Nei primi due anni post-pandemia, è aumentato in maniera reale in termini di consumi, con una frequenza di acquisto in calo ma un incremento delle dimensioni effettive del carrello, dettato anche dalla maggiore permanenza a casa dei consumatori. Nell’ultimo anno il quadro si è fatto più complesso per via dell’inflazione, con crescite meno che proporzionali a valore e quindi fenomeni di trading down e anche taglio dei volumi piuttosto diffusi tra le categorie».

Inoltre, il consumatore tende ad acquistare sempre di più prodotti Mdd, ricorrendo maggiormente a promozioni e a prodotti primo prezzo, come spiega Rita Diolaiuto, business director di Cfi: «Il consumatore reagisce propendendo per un maggiore acquisto delle Mdd, seguito dal maggiore ricorso alle promozioni e ai prodotti primo prezzo, con un 32% di consumatori che ha contratto i consumi». Al tempo stesso, il tema della sostenibilità non sembra essere ancora completamente interiorizzato dalle insegne: «Il ricordo delle iniziative di carattere sociale e ambientale è piuttosto contenuto e superficiale. Necessario un cambio di passo che consenta alla Gdo di presidiare, da un lato il tema della convenienza e dall’altro quello della sostenibilità».

Come ridefinire la strategia dell’assortimento per stimolare i consumi in tempi di inflazione è stato il focus dello speech di Roberto Amedei, enterprise account director e Silvia Usberti, quantitative research lead di Toluna: «Di fronte alla presenza di un’inflazione persistente, le strategie messe in atto dal consumatore prevedono una spending review che è diventata un modo di intendere il consumo più flessibile e più variabile, con alcuni punti saldi che sembrano non negoziabili, almeno per il prossimo futuro: ricerca della convenienza, intercambiabilità dei canali di acquisto e condivisione dei valori di brand. Partendo dal presupposto che il prezzo è la priorità contingente, la valorizzazione dello scaffale diventa un tema importante per non mettere a rischio la relazione con i clienti, valorizzazione che si esplica in una serie di declinazioni che vanno dall’attenzione alla salute (il 73% si aspetta un vasto assortimento di prodotti salutari), alla sostenibilità (il 69% desidera trovare tanti prodotti del territorio, locali e a km 0) e alla varietà dell’assortimento su cui il consumatore possa attuare una scelta di qualità».

La tecnologia sta poi rivoluzionando le abitudini dei consumatori e il loro rapporto con l’esperienza di acquisto in store, come spiega Lorenzo Facchinotti, head of media analytics di Nielsen: «La frammentazione dei media e l'iper-segmentazione dei target pone i brand e i retailer davanti a un'attenta riflessione su come ottimizzare i canali di vendita, con l'obiettivo di sviluppare efficaci sinergie. Il punto vendita non scomparirà, ma la sua funzione e la sua user experience si trasformeranno a seguito dell'innovazione tecnologica. Questo sarà ancora più vero in futuro con l'adozione dell'intelligenza artificiale a supporto dell'ottimizzazione del processo di acquisto e il possibile sviluppo del metaverso».