di Emanuele Scarci

Brusco ritorno alla realtà, dopo il boom nell'anno della pandemia. Vanno in picchiata produzione e consumi di pasta in Italia e all'estero rispetto al 2020, ma i dati sono migliori del 2019. Nel giorno del World Pasta Day, Riccardo Felicetti, presidente dei Pastai italiani di Unionfood, spiega che il 2021 “è un anno in leggera contrazione su un irripetibile, speriamo, 2020, con prospettive per l'export in netto miglioramento”.

Secondo l'ufficio studi di Federalimentare, nel periodo gennaio/luglio 2021, la produzione dell'industria pastaria è calata di oltre il 13% mentre l'export ha contenuto la perdita nel -9,4%, ma il trend, anche se in calo, si colloca al +13% rispetto al 2019. Le vendite nella distribuzione moderna italiana invece hanno frenato, nel primo semestre, di oltre l’8% a volume. Si sconta insomma il confronto sfavorevole con il 2020, quando la produzione era balzata dell'8,5%, le vendite nella distribuzione moderna del +10,3% e l'export del +15% a 3,1 miliardi.

Big five

Tornando ai primi 7 mesi del 2021, i volumi di pasta esportati nei 5 mercati strategici, quelli che assorbono più della metà del nostro export, risultano positivi verso Germania (+6%), Francia (+2%), Giappone (+4%) e, soprattutto, Usa (+10%), mentre l'unico valore di segno negativo rispetto al 2019 arriva dal Regno Unito (-4%), conseguenza della Brexit.

<>.