di Claudia Scorza

In occasione dell’evento “L’export come driver di crescita per il food & beverage. Scenari, strategie e prospettive di sviluppo per il made in Italy”, promosso da Verallia Italia, è stata presentata da Nomisma la relazione “Scenari e prospettive di sviluppo per l’export food&beverage made in Italy”.

Secondo la ricerca, l’Italia è il sesto esportatore mondiale di prodotti alimentari e bevande, con un giro d’affari di 42,3 miliardi di euro nel 2021 – che arrivano a 50 se includiamo anche i prodotti agricoli – dopo Usa, Germania, Paesi Bassi, Francia e Brasile.

In termini di tendenze, però, è il Paese europeo che performa meglio sia nel medio periodo (Cagr 2016-2021 del +6,2% contro il +3,8% della Francia e il +2,9% della Germania) sia nel 2022. Nei primi 7 mesi del 2022, l’export italiano ha raggiunto un nuovo record: 28,5 miliardi di euro, +21% rispetto al 2021, contro il +15% e il +16% messi a segno nel medesimo periodo da Germania e Francia.

Grazie alla qualità delle sue produzioni, l’Italia è leader mondiale nell’export di pasta e conserve di pomodoro, dove detiene una market share rispettivamente del 29% e 44%, mentre è seconda nelle esportazioni di vino, con una quota del 24% per gli spumanti e del 21% per i fermi (qui a detenere la leadership è la Francia) e di olio extra-vergine di oliva (20%).

Nonostante l’attuale e incerto scenario macroeconomico globale, che vede un rallentamento dell’economia e una crescita delle tendenze inflattive, le opportunità per un’ulteriore espansione dell’export italiano food & beverage nei prossimi anni sono plausibili, sia tra i mercati più maturi sia tra quelli emergenti.

«Nel caso dei mercati dove la presenza del food & beverage italiano è già consolidata, le maggiori opportunità di crescita si intravedono per gli Usa, primo importatore mondiale di prodotti alimentari e bevande e seconda destinazione dell’export italiano», dichiara Emanuele Di Faustino, responsabile industria, retail e servizi di Nomisma. «Si tratta di un mercato caratterizzato da dimensioni importanti, un’elevata capacità di spesa e una domanda di prodotti italiani ancora concentrata in pochi stati federali (i primi cinque intercettano il 55% delle importazioni italiane di food e il 70% di quelle di vino), tutti fattori che sottintendono enormi potenzialità di crescita per il nostro export. Per non dimenticare l’ottimo appeal di cui gode il food made in Italy tra gli americani: per il 28% l’Italia è il Paese straniero con i prodotti alimentari e bevande di maggiore qualità», conclude Di Faustino.

Tra i Paesi emergenti degni di nota si segnalano nel Middle East Israele, Arabia Saudita ed Emirati Arabi, mentre nell’Est Europa Polonia e Romania. Per la Cina, invece, si prevede una ripresa dell’economia già dal 2023. È, tuttavia, la Corea del Sud il mercato emergente dalle maggiori potenzialità per l’export food & beverage made in Italy, grazie a una economia fiorente e a tassi di crescita annui a doppia cifra dell’export alimentare tricolore.