In occasione del convegno “Sfide ed evoluzioni: come l’emergenza ha cambiato le strategie aziendali e i consumi di cosmetici a connotazione naturale tra dimensione fisica e digitale” organizzato dal Gruppo Cosmetici Erboristeria di Cosmetica Italia nell’ambito di SANA Restart, il salone del biologico e del naturale, è stato possibile fare il punto sugli atteggiamenti dei consumatori e sulle strategie delle aziende produttrici di cosmetici a connotazione naturale, alla luce degli importanti cambiamenti sociali ed economici provocati dalla pandemia.

Secondo i dati IRI, i prodotti cosmetici a connotazione naturale continuano a crescere del 3,6% a valore. A risentire meno degli effetti della pandemia, ottenendo le performance migliori nel periodo gennaio-agosto 2020, sono stati i marchi con ingredienti naturali >95%: +10,1% a valore e +8,8% in confezioni.

Per capire meglio le motivazioni che hanno portato questi risultati positivi, il convegno è stato concepito –su tre step. Il primo riguarda come il consumatore sia cambiato in questo periodo difficile. Il secondo è dedicato alle evoluzioni legate al mondo digitale, sia per i consumatori che per le aziende. Il terzo, infine, affronta l’aspetto numerico, quantitativo, per analizzare in termini concreti cosa sia effettivamente successo.

Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia, ha ricordato il valore economico, scientifico e sociale della cosmesi, con un focus sui prodotti a connotazione naturale: «La diffusione di questa tipologia di cosmetici è un fenomeno che Cosmetica Italia monitora e analizza con grande attenzione e che, secondo le ultime rilevazioni pre-crisi del nostro Centro Studi, tocca un valore di 1,1 miliardi di euro. Nella cosmesi, al valore economico, se ne accostano sempre almeno altri due. Uno è quello scientifico: basti pensare che in Europa oltre 26.000 scienziati sono impegnati nella ricerca per il settore cosmetico e che il nostro comparto investe in innovazione il doppio della media del manifatturiero, circa il 6% del fatturato, contro il 3-4%. E, in ultimo ma non ultimo, quello sociale. Nel caso della cosmesi a connotazione naturale, risulta del tutto evidente come l’utilizzo quotidiano dei prodotti cosmetici, oltre a una buona pratica per l’igiene, la salute e il benessere di ciascuno di noi, sia anche uno specchio del nostro stile di vita, un’espressione della nostra personalità».

Enrico Finzi, ricercatore e Presidente di Sòno, ha individuato alcuni fenomeni sociali che hanno inciso su questa dinamica. In primo luogo, un restringimento dell’orizzonte esistenziale: ci si muove di meno, si esce meno di casa, di conseguenza l’attenzione si concentra maggiormente sulla famiglia e su sé stessi, dando un’importanza superiore alla cura di sé. Inoltre, stando in casa, è più assiduo il confronto con lo specchio. Un altro elemento emerso è il bisogno di coccole sostitutive: con il tracollo dei contatti fisici c’è una grande necessità di rassicurazione, che la cosmesi – facendoci sentire meglio con noi stessi – è in grado di offrire. Anche il gesto è importante: tanti cosmetici si applicano sulla pelle con le mani, facendosi – di fatto – delle carezze. I prodotti a connotazione naturale, in più, rispondono a una necessità molto accentuata in questo momento: il bisogno di riconciliarsi con la natura.

Roberto Liscia, presidente di NetComm, si è invece concentrato su una serie di fenomeni che hanno caratterizzato il rapporto con il digitale e l’interazione tra dimensione virtuale e dimensione fisica. Ad esempio, la possibilità di fare i propri acquisti online e andare in negozio solo per il tempo del ritiro, in alcuni casi senza alcun incontro diretto con il personale, in una pratica di contactless delivery. Tra i cambiamenti registrati nei processi di acquisto, c’è anche una maggiore attenzione alle tipologie di prodotto e, in particolare, a prodotti più sostenibili, ecocompatibili e vicini al consumatore.