di Emanuele Scarci

Nel 2021 la distribuzione moderna fa meglio delle attese. Le vendite di prodotti confezionati di largo consumo sono salite, secondo Iri, del 2,8% a valore nonostante un confronto sfavorevole con il 2020 (+7,8% sul 2019). A trainare la crescita sono stati soprattutto i prodotti freschi che, nell’ultimo biennio, hanno messo a segno un balzo dei volumi di circa il 15%, seguiti a ruota da gelati e surgelati (+14%). Iri segnala anche il colpo d’acceleratore del pet care.

Nel 2021 la pressione promozionale è aumentata di circa un punto, portandosi al 25,5%, mentre i prezzi sono calati dello 0,3%, ma solo per l’effetto deflazione nella prima parte dell’anno. A dicembre infatti si è registrata una netta impennata dei listini.

Dietrofront della PL

L’anno scorso la marca del distributore ha inaspettatamente perso terreno sia nel confezionato che nelle bevande: la quota di mercato ha subito un’erosione di 0,3 punti, segnando una quota finale del 19% per il confezionato e del 20,1% per le bevande. Tuttavia la quota del 2021 è rimasta superiore al 2019. In netto calo invece la marca del distributore nei prodotti per la cura della casa: -0,6% al 18,7%.

La battuta d’arresto dell’anno scorso non ha però interrotto la corsa degli assortimenti delle private label nel largo consumo confezionato, anzi è cresciuta di 0,3 punti al 15,2%.

Infine anche nel 2021 è continuato il processo di redistribuzione del giro d’affari nei vari canali: tutti hanno perso quote, a iniziare da super (-0,6%), iper (-0,5%) e vicinato (-0,2). Poderoso colpo d’acceleratore invece per i discount (+2%) e, in misura minore, per gli specialisti casa e persona (+0,2%).

E nel 2022? Per Iri, molto dipenderà dalla gestione della pandemia e dal controllo dei prezzi. Saranno i fattori fondamentali su cui si giocano le possibilità di sviluppo dell’economia italiana.