Da un recente studio demoscopico commissionato dalla Coldiretti è emerso che ben sei italiani su sette a tavola preferiscono consumare cibi e bevande del Belpaese.

Il 92% del campione rappresentativo di persone residenti in Italia ritiene che i produttori dovrebbero riportare obbligatoriamente in etichetta il luogo d’origine della componente agricola di qualsiasi alimento, per poter rivendicare la trasparenza e la propria identità in un contesto generale di globalizzazione dei mercati e di processi produttivi livellati.

Nello specifico, il fatturato dell’agroalimentare supera i 180 miliardi di euro, pari al 15% del Pil, mentre la produzione industriale sfiora i 110 miliardi, l’export supera i 18,5 miliardi e l’import è pari a 13 miliardi. Queste cifre contribuiscono a rendere il comparto agroalimentare il secondo per importanza dell’intero sistema economico nazionale.

Per quanto riguarda i consumi, la spesa alimentare per famiglia è pari a circa 124 miliardi di euro, di cui 456 mensili. La carne rappresenta la voce più dispendiosa con il 23% del totale spesa, seguono, con il 17%, i vegetali (frutta e verdura) e i cereali (pasta e pane), i latticini con il 14% e via di seguito altri cibi e bevande.

Per quanto riguarda la produzione, ben 4.100 sono gli alimenti tipici italiani che rispondono a logiche produttive derivanti da metodi locali riconosciuti dalle regioni di appartenenza. Spiccano soprattutto paste, pane, biscotti (1.252 articoli), vegetali (1.193), carni e insaccati (716) e formaggi (456).