Secondo i dati della survey realizzata dall’Istituto di Ricerca Doxa e commissionata dall’Istituto Italiano Alimenti Surgelati (IIAS), il consumo di prodotti surgelati è in continua crescita in Italia: quasi 1 italiano su 2 (il 44% dei nostri connazionali) li porta in tavola almeno una volta a settimana (e nel 7% dei casi, addirittura anche più di 2 volte). Tra i consumatori abituali spiccano gli uomini (sono il 48,9%) e in generale gli under 54 (con un picco di consumi del 53,1% nella fascia d’età 35-54).

Nonostante siano sempre presenti nei freezer delle nostre case, sono numerosi i consumatori che ignorano aspetti davvero molto importanti in termini di valori nutritivi, sicurezza e modalità di consumo dei prodotti “sotto zero”. Alla luce dei risultati di questa indagine demoscopica, IIAS ha stilato un decalogo con i 10 principali “Good To Know” sugli alimenti surgelati, per fare chiarezza su questi dubbi e sfatare i “falsi miti” più comuni che ancora circolano nel comparto.

Innanzitutto “congelato” e “surgelato” non sono la stessa cosa. Secondo la ricerca circa 1 italiano su 3 dichiara di sapere che “surgelato e congelato non sono sinonimi”, pur non conoscendo bene le differenze. Sono prevalentemente i giovani e le donne ad avere le idee più confuse, affermando che “surgelato e congelato sono la stessa cosa” (il 16,2% degli under 35 e l’11,5% delle donne vs. 8,7% del totale Italia).

Inoltre, il 43,5% degli Italiani non sa che a casa non si può “surgelare” e sono sempre in prevalenza le donne (48,9%) a mostrare questa lacuna. La surgelazione, infatti, è una tecnica prettamente industriale, mentre a livello domestico è possibile solo congelare. Scongelare un prodotto surgelato a temperatura ambiente è sconsigliato, eppure il 45,5% del campione intervistato è ancora convinto del contrario. Un prodotto scongelato può essere ricongelato ad una sola condizione: che venga prima cotto. In realtà, 9 italiani su 10 sembrano ignorare totalmente questa eccezione.

Inoltre, leggere e rispettare le indicazioni riportate in etichetta è indispensabile per un corretto uso e consumo degli alimenti surgelati. Su questo punto gli intervistati si mostrano consapevoli dell’importanza dell’etichetta, tanto che un buon 72% dei consumatori la legge e la rispetta prima di consumare un prodotto "sotto zero".

Il 66% degli Italiani, poi, è al corrente che i surgelati non contengono conservanti aggiunti ai fini della conservazione, perché sa che basta il freddo a garantire la lunga conservazione dei cibi. Ma per oltre 1 italiano su 4 non è così (26% del campione, che pensa invece che i prodotti surgelati siano pieni di conservanti aggiunti). Inoltre, le verdure surgelate sono analoghe a quelle fresche in termini di vitamine e nutrienti, ma pare che sugli aspetti nutrizionali, i consumatori abbiano ancora molto da imparare: 7 su 10 credono che le verdure surgelate siano meno ricche di nutrienti e vitamine rispetto a quelle fresche; percentuale ancor più alta tra gli under 35 (74,3%).

Inoltre, 4 italiani su 10 sanno che il pesce fresco e quello surgelato hanno lo stesso valore nutritivo. Gli intervistati non sembrano avere dubbi nemmeno sul fatto che i prodotti ittici surgelati sono sicuri al 100%: la ricerca mostra che ben il 37,8% del campione intervistato ritiene il pesce surgelato più sicuro di quello fresco (vs. il 27,2% che lo ritiene meno sicuro, mentre il circa 26% li considera equivalenti).

Infine, in merito a prodotti "sotto zero" e consumo fuori casa, la nostra penisola mostra ancora una volta posizioni contrastanti: poco meno di 1 italiano su 2 (47,3%) considera la presenza dell’asterisco nei menù un’informazione inutile. Non a caso, il 39,3% sostiene che se vuol mangiare un alimento al ristorante, lo prende anche se surgelato. Di contro, però, poco più della metà degli intervistati (52,7%) reputa la presenza dell’asterisco un’informazione utile e che spesso condiziona negativamente le proprie scelte dei cibi.