Percepiti in un primo momento come prodotti di emergenza, da utilizzare quando non si ha tempo o voglia di dedicarsi alla preparazione di pranzi e cene, i prodotti surgelati assumono oggi un ruolo ben diverso all’interno delle famiglie italiane. L’elevato livello di servizio offerto, la qualità degli ingredienti utilizzati e una continua innovazione da parte delle aziende produttrici hanno infatti contribuito a rendere il surgelato una reale alternativa alle varie ricette preparate in casa.

Nonostante il 2006 non sia stato particolarmente brillante per quanto riguarda i consumi alimentari in generale, secondo i dati forniti dall’Iias - l’Istituto italiano alimenti surgelati - il settore dei surgelati ha registrato un aumento, sebbene più contenuto rispetto agli anni precedenti, che ha portato i consumi nel canale retail a superare le 517mila tonnellate.

Ma quali sono i prodotti surgelati maggiormente apprezzati dal consumatore italiano?

Con un incremento di quasi dieci punti percentuali, che ha interessato in modo particolare gli hamburger, quello della carne rossa si conferma uno dei migliori trend dell’intero comparto. Aumentano del 2,1% anche i consumi di pesce surgelato, grazie anche alla crescente attenzione verso un’alimentazione più sana e la ricerca di piatti più leggeri. Tra gli ittici, ricettati e panati crescono di oltre 4 punti percentuali e raggiungono le 27mila tonnellate.

Buoni risultati anche per i vegetali (+1,4%), con zuppe e minestroni pronti che crescono oltre il 16%. Particolarmente positivo il comparto delle patate, grazie soprattutto alle varianti elaborate (+6,5%).

Si conferma il forte interesse per pizze, pizzette, snack e prodotti da forno, cresciuti complessivamente dell’1,4%. Anche surgelata la pizza è infatti uno dei piatti preferiti dagli italiani e nel 2006 ha superato le 37mila tonnellate. In particolare, la margherita rappresenta da sola l’80% dei volumi mentre le minipizze hanno registrato le crescite più importanti, 14 punti percentuali.

I piatti ricettati si trovano invece in una fase di stallo e le vendite sono scese da 56.800 a poco meno di 53.800 tonnellate. “E’ corretto sottolineare che ci troviamo di fronte a un mercato che è passato, come naturalmente accade, da una fase di nascita e sviluppo, durata circa sei anni, a una fase di prima maturità. - commenta Vittorio Gagliardi, presidente dell’Istituto italiano alimenti surgelati - Ciò comporta che si passi da incrementi a due cifre, registrati tra la fine degli anni novanta e i primi del 2000, a incrementi pian piano maggiormente contenuti, frutto principalmente di un bacino di acquirenti sempre più stabile e consolidato”.