Il miracolo italiano della zootecnia bovina da carne rappresenta un modello innovativo ed efficace, unico al mondo, da promuovere a livello europeo. Per la migliore garanzia di sicurezza alimentare e benessere animale, un data warehouse gestito dal sistema pubblico veterinario consente di accedere in tempo reale a ogni notizia rilevante.
La raccolta dei dati sulle condizioni sanitarie dei bovini raggiunge in Italia un livello di estensione senza pari. 6 milioni di capi sono registrati in un’anagrafe nazionale che li identifica, ne traccia gli spostamenti lungo l’intero ciclo vitale e annota tutti i trattamenti sanitari.
Bisogna proseguire in questa direzione, e portare a valore ciò che tali dati esprimono. Le proposte operative sono racchiuse nella Carta di Padova, che il Consorzio Italia Zootecnica ha presentato il 26 maggio 2017.

Il documento muove dalla constatazione dell’ingiusto pregiudizio che le recenti crisi internazionali – da ultimo quella brasiliana, Carne Fraca – hanno arrecato agli allevatori italiani. Gettando ombre sulla sicurezza degli alimenti, la situazione degli allevamenti, l’impiego di antibiotici e farmaci veterinari.
Il protocollo veneto enuncia perciò alcune misure da attuare senza esitazione, per dimostrare attraverso i dati reali e documentati il valore di un settore produttivo che ha dedicato ingenti risorse a sicurezza e qualità. Con un livello di attenzione non paragonabile ad altri.


La Carta di Padova chiede alle istituzioni italiane di promuovere l’adozione a livello UE di un sistema di archiviazione digitale dei dati sanitari e sul benessere animale. Come già avviene in Italia, che infatti spicca per la qualità e la completezza delle informazioni sugli allevamenti.
L’obiettivo è quello di istituire ‘una cartella clinica dei bovini nati in Europa’, ove siano registrati tutti i trattamenti farmacologici, compresi quelli omeopatici, a partire dalla nascita. Mediante un apposito regolamento europeo, sulla scia della c.d. Animal Health Law (reg. UE 2016/429).
La messa in rete di questi dati ne consentirà la consultazione in tempo reale dalle autorità veterinarie di ogni Stato membro, dai macelli e laboratori di sezionamento delle carni. (1) Proprio come avviene in Italia, ove la raccolta dati è affidata a vari sistemi (2) che saranno presto inter-operativi con il nuovo c.d. Modello 4 digitale. E potrà venire sviluppata, tra l’altro, con l’estensione su scala nazionale della ‘ricetta elettronica’ attuata in Lombardia. Per la tracciabilità e la sorveglianza sui farmaci veterinari.

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