Da mesi Centromarca sottolinea, insieme alle aziende della Moderna Distribuzione e alle Associazioni dei Consumatori, i pesantissimi effetti negativi che l’aumento dell’Iva dal 21% al 22% avrebbe sull’economia italiana. Da tre anni i consumi sono in regressione. A giugno 2013, rispetto allo stesse mese dell’anno precedente, i prodotti alimentari hanno segnato un calo del -2,9% e il non alimentare una flessione del -3,1%. Su base annua il calo complessivo è del -3%, con una flessione del –1,8% per l’alimentare e del -3,5% per il non food.

“In un quadro così critico l’aumento dell’Iva allontanerebbe in modo drammatico qualsiasi prospettiva di ripresa”, rileva Luigi Bordoni, presidente di Centromarca, “traducendosi in aumento dell’inflazione, riduzione del potere d’acquisto delle famiglie e ulteriore accelerazione del calo della domanda interna. Senza peraltro determinare benefici in termini di gettito fiscale, perché gli effetti negativi sulla domanda si tradurrebbero in minori introiti per lo Stato. Com’è già successo nel 2011 con l’incremento di un punto dell’aliquota del 20%”.