Nonostante i dati Istat di oggi confermino un rallentamento dell’inflazione e una accelerazione della crescita del Pil, gli italiani fanno fatica a percepire un miglioramento delle condizioni economiche del Paese. A pesare una percezione della situazione peggiore di quella misurata, redditi che ancora non si adeguano alla recente corsa dei prezzi e poca fiducia nel futuro. Stando ai recenti dati diffusi dall’Ufficio Studi Coop, la differenza tra l’inflazione percepita e quella misurata, nel 2024 potrebbe aggirarsi intorno ai 9 punti percentuali (+1,3% quella prevista nelle misurazioni statistiche e +10,3% quella percepita), come se gli italiani avessero perso in un anno circa 3600 euro a famiglia. A questo si aggiunge il diverso andamento di salari nominali e dei prezzi nel 2023, rispettivamente una crescita del 2% per i primi e +7,7% dei secondi. Pessimismo anche per il futuro, con solo il 55% degli italiani che prevedono una crescita dei propri consumi nel 2024, contro il 67% dei tedeschi e il 58% dei francesi.

“I dati Istat di oggi confermano che le famiglie hanno visto assottigliarsi il loro bilancio e crescere il loro debito. Fronteggiamo difficoltà strutturali come il problema demografico, la mancata crescita dei salari negli ultimi due decenni, la bassa produttività, un tasso insufficiente di impiego femminile. Si tratta di fenomeni che non possono essere affrontati con misure e orizzonti di breve periodo. Negli ultimi anni hanno abbiamo assistito a livello globale a dinamiche economiche che saranno studiate nei libri dei prossimi decenni – osserva Marco Pedroni Presidente Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori) – Ma i cuscinetti di protezione che hanno retto il Paese sono tutti sotto stress. I risparmi sono erosi, l’inflazione decelera, ma il livello dei prezzi resta alto, i redditi sono pressoché fermi. Noi ci abbiamo messo il nostro impegno per essere di aiuto. Abbiamo recentemente rinnovato il contratto nazionale della distribuzione cooperativa che coinvolge oltre 55.000 dipendenti, abbiamo contenuto a più riprese gli aumenti di prezzo diminuendo i nostri margini e rafforzato le iniziative di convenienza per le famiglie. Ora sta alla politica predisporre un piano lungimirante, non più procrastinabile, di crescita del Paese”.