L’accumulo dei crediti è dovuto al fatto che la De Cecco, come altri operatori del settore pastario, acquista beni con aliquote Iva fino al 21%, ma il consumatore – per l’acquisto della pasta – paga un’Iva del 4%. Una situazione che costringe le aziende a maturare crediti Iva che Equitalia, però, non riesce a rimborsare.
La multinazionale, controllata da una ventina di azionisti della famiglia De Cecco, ha ricevuto lo scorso ottobre dall’Antitrust il via libera per l’acquisizione degli impianti produttivi e dei marchi di pasta della società russa Ekooffice. Per quest’anno, l’azienda prevede ricavi per 450 milioni di euro (+20% rispetto allo scorso anno).