Per quanto riguarda gli spostamenti, la maggiore propensione a trasferirsi all’estero è stata registrata – tra il 2010 e il 2011 – nei Paesi scandinavi (+20% rispetto al 2009): tra le principali motivazioni, la limitata disponibilità di lavoro nel mercato interno e la disparità di livelli retributivi tra i Paesi.
Le propensioni più basse hanno riguardato, invece, Germania, Italia e Spagna (-7,8%), a differenza del Regno Unito (+6%), diventato il secondo maggiore esportatore di talenti dopo gli stati dell’Europa centrale e orientale.