Se le industrie dei beni di largo consumo in tutto il mondo, con investimenti contenuti, evitassero di buttare fino all'80% degli scarti, come ora avviene, risparmierebbero ben 706 miliardi di dollari all'anno, creando posti di lavoro addizionali e generando un cospicuo taglio delle emissioni dannose per l'ambiente.

Reimpiegando il calore che scaturisce dal processo produttivo, riciclando gli scarti di produzione e trasformandoli in materie prime secondarie e con pochi altri accorgimenti, si può arrivare a ridurre fino al 5% complessivo gli scarti finali dell'industria manifatturiera. Lo sostiene la più grande società di consulenza strategica al mondo, McKinsey, in una ricerca sull'economia circolare realizzata per la Ellen McArthur Foundation e anticipata per l'Italia sul Rapporto Sviluppo sostenibile nel Sole 24 Ore di domani, mercoledi' 20 febbraio.

La ricerca e' stata consegnata ai capi di Stato dei paesi più industrializzati al mondo, per evidenziare i vantaggi per l'economia e per l'ambiente di un cambio di paradigma nella produzione dei beni di largo consumo. Raggiungere una maggiore efficienza energetica, porre fine agli sprechi di materie prime e secondarie e riciclare il più possibile i residui delle lavorazioni in fabbrica fa bene all'industria e al pianeta, quindi. E l'economia fin qui costruita, caratterizzata da un processo lineare (produzione-consumo-distruzione degli scarti) si può trasformare in economia circolare.