di Luca Salomone

L’Italia è uno dei Paesi a più bassa inflazione dell’area euro, con un indice Nic su base annua, misurato dall’Istat, in aprile, dell’1,2 per cento, nonostante un rialzo mensile dello 0,2 per cento.

La buona notizia arriva da Eurostat, secondo il quale il dato Ue si attesta, sempre su base annua, al 2,4% per cento, considerando l’indice Hicp (indice armonizzato dei prezzi al consumo), che colloca il nostro Paese all’1 per cento.

Le nazioni con i maggiori rialzi sono, al contrario il Belgio, +4,9 (in base annua), la Croazia, +4,7, l’Austria (+3,4), mentre, sull’altro lato, inflazione minima, si collocano soprattutto alcuni Paesi baltici e nordici, con particolare riguardo per la Lituania (+0,4) e la Finlandia (0,6).

Fra le grandi economie si segnala il +2,4% di Germania e Francia e il 3,4% della Spagna.

“Considerando le principali componenti dell’inflazione nell’area euro il tasso medio annuo più elevato, sempre ad aprile, concerne i servizi (+3,7%, rispetto al 4% di marzo), seguiti da alimentari, alcol e tabacco: +2,8%, rispetto al 2,6% di marzo”, scrive Eurostat.

Anche qui il nostro Paese fa meglio dell’Europa, con un’inflazione nel carrello al 2,4 per cento.

Per concludere gli Usa, ovviamente non compresi in questa rilevazione. L’ultimo dato disponibile, sempre su base annua, è relativo a marzo, ed evidenzia un +3,5%, un fatto che, a fine aprile, ha spinto la Fed, che punta a un target del 2%, ad aumentare nuovamente i tassi di interesse: dal 5,25 al 5,5 per cento.