Dall’indagine “Consumer Confidence”, rilevata con cadenza trimestrale da Nielsen dal 2005, al momento, il nostro Paese pare rivolgere lo sguardo al futuro con una marcata dose di incertezza. Infatti, l’83% non ritiene buono lo stato delle rispettive finanze personali, il 35% dichiara di voler risparmiare parte del proprio reddito disponibile, mentre il 22% dichiara di non riuscirci affatto. Altri dati: ben il 92% non considera adatto il momento per fare acquisti e sostiene che ridurrà le spese considerate superflue: il 63% taglierà le spese per l’abbigliamento, il 57% spenderà meno per l’intrattenimento fuori casa, il 60% taglierà le spese dei pasti fuori casa a favore dell’acquisto di prodotti più economici nell’ambito del largo consumo (54%) e di un utilizzo minore dell’automobile (44%), considerati i recenti aumenti del costo dei carburanti. È con questi dati illustrati da Roberto Pedretti, amministratore delegato di Nielsen, che si è aperta l’edizione 2012 de Linkontro, la tre giorni di seminari organizzata da Nielsen per fare analizzare e discutere lo scenario e le tendenze dei mercati, ponendo l’accento anche su quei segnali che sembrano anticiparne il futuro.

Presso il Forte Village di Santa Margherita di Pula, in Sardegna, una cospicua e qualificata platea composta da oltre 350 top manager impegnati nei comparti dell’industria e della grande distribuzione organizzata ha dato vita a un meeting all’insegna del confronto e dello scambio di esperienze, idee e progettualità. Le principali parole d’ordine sono state (e restano) “aggiornamento”, “innovazione”, “efficienza” e, soprattutto, “fiducia”. Situazione complessa, quella italiana: se da un lato si assiste a una evidente flessione degli acquisti da parte dei consumatori, testimoniata dall’entità dello scontrino medio registrato in ambito retail e sintomo di un Paese che non solo non cresce, ma che è entrato da mesi in una fase di recessione tecnica, dall’altro lato emerge e con chiarezza la voglia di reagire alla crisi, puntando sui valori dell’eccellenza propria del Made in Italy, valori che non attengono solo alla produzione, ma anche alla capacità di innovare, di aprirsi a nuove soluzioni.

La consapevolezza, la volontà e i progetti in corso per andare in controtendenza non mancano. Ciò emerge non solo dalle relazioni e dalle tavole rotonde che si sono succedute sul palco de LINKONTRO, ma dal nostro contatto diretto con diverse delle aziende presenti alla kermesse sarda: Averna, Unes, Alce Nero, Illy, Grandi Salumifici Italiani, Eataly e via dicendo. Emerge la consapevolezza che, certo, la congiuntura presenta non poche criticità, con cause interne ed esterne al nostro Paese, ma che, ora più che in passato, occorre imprimere uno slancio maggiore alla propria capacità progettuale per stare (e restare) sul mercato (nazionale e internazionale), valorizzando i punti di forza della propria offerta complessiva, puntando sull’innovazione e con maggior coraggio rispetto a quanto fatto in precedenza. Allo stesso tempo, innovazione di prodotto, di servizio e di approccio rivolto ai propri target di riferimento: si tratta di un’espressione che va ben al di là del puro concetto valoriale di cui è portatrice. Per fare un esempio tra quelli portati all’attenzione della platea de LINKONTRO, Oscar Farinetti, Presidente di Eataly: il prossimo 21 Giugno, Eataly aprirà a Roma una grande superficie dedicata alle eccellenze del settore italiano dell’agroalimentare. Circa 16.000 metri quadrati dove il food di grande qualità verrà esposto e messo in vendita, degustato nei vari ristoranti e studiato presso aree e aule didattiche ad hoc. Si tratta di una completa integrazione tra mercato, ristorazione e didattica che già sta riscuotendo notevoli consensi di pubblico a Torino, Genova, Milano, Bologna, New York e Tokyo.

Nell’air terminal della stazione Ostiense, la struttura realizzata per i campionati mondiali di calcio del 1990 dall’architetto Julio Lafuente, troveranno spazio oltre 5.000 prodotti agroalimentari di alta qualità, 18 luoghi di ristorazione di tipo monotematico, 40 aree didattiche/emozionali e 8 aule in cui si svolgeranno corsi e lezioni su tutti i temi dell’agroalimentare italiano. Dato assolutamente non marginale sul versante occupazionale, saranno impiegate circa 500 persone. Sul versante dello scenario italiano (e non solo), particolarmente interessante quanto illustrato da Gregorio De Felice, Head of Research and Chief Economist di Intesa San Paolo: nel corso del suo intervento, ha identificato non soltanto luci e ombre del nostro sistema economico, ma anche e soprattutto le potenzialità che le aziende possono cogliere nel prossimo futuro.

De Felice ha dichiarato: “diversamente da quella del 2009, la crisi attuale non è globale, ma riguarda l’Europa, visto che il prodotto interno lordo degli Stati Uniti e del Giappone sta crescendo, rispettivamente del 2,3% e del 2,2%. Gli ulteriori sforzi su cui gli imprenditori devono concentrarsi riguardano la necessità di dedicare maggiori investimenti alla formazione del capitale umano presente in azienda e all’innovazione”. Sotto l’aspetto delle azioni prioritarie da intraprendere, dunque, risulta chiaro che le aziende del nostro Paese, sul piano individuale, continuano a proporre nuovi prodotti a fronte, però, di bassi investimenti in ricerca e sviluppo e di uno scarso numero di brevetti rispetto agli altri Paesi, in particolare quelli che risultano essere i nostri maggiori competitor. “In modo congiunto”, ha concluso De Felice, “va rafforzata sia la dimensione media delle aziende e sia la loro struttura di tipo patrimoniale, incentivando gli aumenti di capitale”. Al termine dei lavori, una riflessione è stata ampiamente condivisa: innovare significa anche recepire l’intensificarsi del mondo digitale, nel cui ambito cresce sia la consapevolezza dell’efficacia degli stessi media digitali e sia l’utilizzo diffuso di Internet (anche per gli acquisti) e dei social network (su tutti, Facebook e Twitter).