Alla fine, le voci che si rincorrevano da tempo si sono rivelate fondate. L’accordo per l’acquisizione di Upim da parte del Gruppo Coin è stato raggiunto giovedì scorso 17 dicembre. Da un lato il leader italiano nel mercato dell’abbigliamento con i marchi OVS Industry e Coin. Dall’altro i proprietari di Upim: un consorzio formato da Investitori Associati, Pirelli RE, Deutsche Bank e dalla Famiglia Borletti. Sul piatto una catena che ha fatto la storia della distribuzione in Italia (il primo punto vendita Upim fu aperto a Verona nel 1928). Ma che negli ultimi tempi, nonostante vendite nette per circa 430 milioni all’anno, soffriva di un livello di indebitamento divenuto insanabile. E’ stata proprio questa criticità finanziaria, oltre che gestionale, a rendere possibile la vendita di Upim al Gruppo Coin.

L’amministratore delegato di Coin, Stefano Beraldo, può certamente ritenersi soddisfatto. L’acquisizione porta in dote al Gruppo veneziano una rete uniformemente diffusa su tutto il territorio nazionale costituita da 135 punti vendita diretti a insegna Upim (a cui se ne aggiungono oltre 200 gestiti in franchising) e 15 negozi con il marchio specializzato nell’abbigliamento per bambini BluKids.

Con questa operazione
, soprattutto, Gruppo Coin consolida la propria posizione di leader del settore: un vero colosso con oltre 800 punti vendita e un giro d’affari che solo in Italia supererà abbondantemente 1,5 miliardi di euro. «L’acquisizione – si legge in una nota diffusa dal quartiere generale di Mestre - rappresenta una straordinaria opportunità per estendere gli attuali formati del Gruppo a una rete di ulteriori location complementari, di cui buona parte di eccellente qualità, per acquisire una marcata posizione di leadership nel settore dell’abbigliamento in Italia e per aumentare l’efficienza operativa ottimizzando le risorse e le competenze a disposizione».

Il destino dell’insegna Upim, con ogni probabilità, appare segnato. Almeno inizialmente non dovrebbe scomparire. Ma è lecito supporre che l’integrazione e la riconversione della rete vedrà sfruttare le location migliori (centro città) per una migrazione dell’insegna verso Coin. Mentre i punti vendita più periferici e quelli ubicati all’interno dei centri commerciali saranno trasformati in OVS Industry. Se quindi il marchio Upim sopravviverà, potrebbe essere “riservato” alla attuale rete in franchising.

L'acquisizione del 100% del capitale sociale di Upim (soggetta all’autorizzazione da parte dell’Antitrust e all’approvazione e definizione dei contratti di finanziamento da parte delle banche finanziatrici) sarà ricompensata con una partecipazione degli attuali azionisti al 7,5% delle quote del Gruppo Coin, assegnato a una società-veicolo appositamente costituita. Al termine di un paio d’anni scatterà per Coin l'opzione d'acquisto per 70 milioni di euro.