Obiettivo: la Capitale. Roma, si sa, è una città che fa gola a molti e, a giudicare dalle dichiarazioni rilasciate ieri da Bernardo Caprotti, è entrata nel mirino di Esselunga. La catena distributiva milanese ha infatti intenzione di sbarcare nella città eterna in tempi relativamente brevi. Entro un anno – ha dichiarato lo stesso Caprotti a margine del conferimento della laurea honoris causa in Architettura e Restauro conferitagli da parte dell’Università La Sapienza - verranno aperti i cantieri per la costruzione di due o tre superstore Esselunga a Roma e dintorni.

Dopo il presidio della Lombardia e di alcune aree di Piemonte, Veneto, Emilia Liguria e Toscana, Esselunga si appresta a sbarcare nel Lazio, spingendosi quindi ben più a sud dello stivale rispetto a quanto avvevenga attualmente. I numeri per farlo, del resto, non le mancano. Certo, il 2009 non è stato un anno facile neanche per l’insegna milanese. Ma si è comunque chiuso con un fatturato alle casse di 6 miliardi di euro, diversi punti vendita in più rispetto all’anno precedente (ormai a quota 140 tra supermercati e superstore) un esercito di 19mila dipendenti e tre centri distributivi (a Pioltello, Biandrate e Sesto Fiorentino) destinati presto a diventare quattro.

La notizia non è di quelle che passano inosservate. La localizzazione dei punti vendita Esselunga si è sempre concentrata infatti nelle regioni settentrionali. Lo sviluppo in altre regioni (Emilia Romagna, Liguria e Toscana) è stato – secondo quanto denunciato dal patron di Esselunga nel pamphlet Falce e carrello – fortemente osteggiato dalle cooperative “rosse”. Ma nel caso del Lazio, e di Roma in particolare, il discorso è un po’ diverso. Quella di Roma (area che Esselunga pare avesse già tentato di presidiare), pur con le mille difficoltà legate ai vincoli archeologici e paesaggistici, può rappresentare infatti la testa di ponte per lo sviluppo della catena in un territorio tutto sommato ancora fertile per la crescita delle superfici distributive, laddove al nord le cose risultano evidentemente più complicate per una concetrazione che ha ormai il sapore della saturazione.

Quel che è certo è che la concorrenza non starà a guardare. Ma, come si diceva, Esselunga ha tutte le carte in regola per affermarsi nel format super e superstore come catena leader nella “freschezza” (il 50% dei prodotti messi in vendita nei propri pdv è altamente deperibile) e nella convenienza dell’offerta (riconosciuta anche per il 2009 l’insegna più conveniente) non solo a Roma ma in tutto il Centro Italia.