Un forte legame tra il prodotto e il territorio circostante, una significativa attenzione rivolta alla qualità e alle procedure di controllo ad essa dedicate, un’impostazione distributiva all’insegna di un merchandising impattante presso i punti vendita, oltre alla conferma costante di valori condivisi: sono questi i principali aspetti che si notano, fin da subito, durante una cospicua serie di visite effettuate presso le varie componenti della filiera della carne bovina nella Regione francese dei Paesi della Loira.

Una realtà produttiva e distributiva che poggia sulla grande tradizione francese degli allevamenti: con oltre 13 milioni di ettari di pascoli, infatti, la Francia è dotata di una rara ricchezza zootecnica incentrata sia sulle diversità delle proprie razze che sull’importanza dei bovini da carne. Oltre il 50% delle vacche sono di razza nutrice, quali la Charolaise, la Blonde d’Aquitaine e la Limousine: razze selezionate non solo per la rispettiva resa alla macellazione, ma anche per l’alta qualità alimentare. Più del 90% dell’alimentazione dei bovini viene prodotto presso la singola azienda agricola e ciò garantisce un’alimentazione degli animali totalmente naturale ed essenzialmente a base di foraggio: un plus reale che viene, a più riprese, evidenziato e comunicato al consumatore. Un aspetto che diventa il principale asset comunicativo al quale la filiera ricorre per fidelizzare i propri clienti, ponendo l’accento sulla garanzia sanitaria e la tracciabilità.

La vigilanza sanitaria costante degli animali destinati alla marca Bovillage viene effettuata direttamente presso gli allevamenti da parte di veterinari autorizzati dal Ministero dell’Agricoltura Francese e ulteriori controlli vengono eseguiti sia sugli animali vivi all’arrivo al luogo di macellazione e sia sulle carcasse dopo a macellazione avvenuta. Ulteriori verifiche vengono fatte prima della definitiva commercializzazione. Risulta in vigore un’anagrafe bovina, in virtù della quale ogni capo di bestiame è considerato singolarmente e dispone di una vera e propria carta di identità che accompagna l’animale dalla nascita fino al momento della macellazione, consentendo di risalire agevolmente alla propria origine. Ma, oltre agli aspetti riferiti alle procedure e ai principi che regolano le fasi dell’allevamento e della macellazione, è interessante notare come la realtà della filiera sia riuscita a “fare sistema”. Il nucleo centrale, strategico e operativo ruota intorno all’associazione che riunisce tutti gli operatori delle filiere carne bovina e ovina della Loira, Bovi-Loire.

L’associazione si occupa di gestire gli interessi particolari della filiera, di promuovere gli interessi comuni (le professioni e il prodotto, in particolare) e di incentivare gli accordi, lo scambio e l’azione nell’interesse collettivo delle filiere delle carni bovina e ovina. Si tratta di una strategia costante di lungo respiro, dal momento che essa stessa è chiaramente orientata a garantire una comunicazione collettiva della filiera: nello specifico, si occupa di decisioni con conseguenze a lungo termine, di analisi che tengono conto di un ambiente in rapida evoluzione, della ricerca di nuove opportunità per i prodotti, sia in termini di immagine che in termini di occasioni di consumo. La strategia associativa trae origine dalla necessità di garantire alla globalità della filiera un’ottica capace di anticipare futuri problemi, esigenze, e cambiamenti del comparto e del suo contesto di riferimento. Non è un caso che, nell’epoca della globalizzazione, circa 90.000 tonnellate di bovini giovani provenienti dalla filiera vengono esportati in Italia, Grecia, Germania e Portogallo.

Inoltre, nella zona dei Paesi della Loira, il tasso di autosufficienza regionale è pari al 291% e circa il 66% della produzione è destinato al mercato fuori regione: un trend che, in base a quanto osservato da diversi analisti del comparto, sembra destinato a trovare ulteriori conferme anche oltre all’immediato futuro. Presso i punti vendita della Regione della Loira, inoltre, sia negozi al dettaglio e sia grandi superfici della grande distribuzione organizzata, la strategia di comunicazione orientata alle caratteristiche della qualità e della tracciabilità del prodotto viene ribadita in modo impattante, supportata dalla disposizione mirata, presso reparti appositamente dedicati, dei vari tagli della carne, delle informazioni evidenziate, dei continui richiami alla territorialità e all’affidabilità del prodotto bovino. Non soltanto testi e slogan, ma anche immagini scattate presso gli allevamenti di origine dei prodotti, in modo da rafforzarne e ribadirne il livello di sicurezza. Una strategia a 360 gradi capace di “fare sistema”, cioè di guardarsi al proprio interno e di guardare con efficacia oltre, per così dire, la porta dell’azienda: una realtà che dovrebbe suggerire ben più di qualche input anche all’analoga filiera italiana al fine di ampliarne gli attuali orizzonti di mercato.